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Child of light – una favola lunga un sogno

Child of light

Child of light

Facciamo un gioco, volete? Immaginate il mondo tolkieniano della Terra di Mezzo, le dolci colline della Contea, i profili aspri di Mordor, le oscure profondità di Moria. Immaginate le orde di orchi e le armate di cavalieri in armatura luccicante. Immaginate i draghi, i mostri, gli elfi e i nani. Immaginate colossali battaglie dipinte a tinte forti, con violenti chiaroscuro e musiche epiche a spingere gli eserciti.
Avete fatto? Bene: ora buttate via tutto ed immergetivi in un sogno a tinte pastello.
Child of light è una favola, né più né meno. Una favola 2D che tanto ricorda gli RPG a scorrimento nipponici, ma con tinte morbide, musiche rilassanti e illustrazioni affascinanti dal gusto tipicamente europeo.

Ammetto di essermi avvicinato a questo gioco per puro caso. Ho approfittato di una delle molte offerte del Countdown to 2015 e sono andato a spulciare la scheda di questo gioco sullo Store Microsoft. La prima cosa che mi ha colpito è stata proprio la grafica: sembrava di aprire uno dei libri di illustrazioni di mia figlia, con tinte morbide, colori avvolgenti, personaggi ritratti con poche e sapienti linee che danno all’istante l’idea del carattere e dell’emozione del momento.
Non ci ho pensato due volte, preso e scaricato.
La mia idea era quella di un gioco “di transizione” tra due colossi; due di quelli, per intenderci, che richiedono un paio di mesi per essere sviscerati finiti. Mi approccio quindi a Child of light subito dopo aver finito Far Cry 4, e pensare che siano stati prodotti entrambi dalla stessa casa è quasi alienante…

La voce dolce e suadente della narratrice mi racconta brevemente l’antefatto: Aurora, figlia del duca d’Austria, si addormenta la notte delle seconde nozze del padre e viene rapita dalle creature del buio e portata all’interno di un mondo onirico fatto di mostri pericolosi, magia e mistero: Lemuria. Qui scopre che la malvagia strega Umbra (Bayonetta, batti un colpo) ha rubato il sole, la luna e le stelle… e che l’unico modo di svegliarsi dal suo sonno e tornare da suo padre è quello di salvare Lemuria dalla tirannia della strega.
L’impatto è, come detto, affascinante. Le dinamiche di gioco sono semplici e immediate: un platform 2d a scorrimento orizzontale e verticale. Ma ecco che dopo pochi minuti appare subito un nuovo personaggio, un fuoco fatuo da controllare con il right stick o (per la gioia di mia figlia) con un secondo controller. Da quel momento ci si addentra nelle tematiche più complesse del gioco: iniziano a far capolino i primi enigmi (come in Limbo, ma decisamente più semplici), i primi collezionabili da cercare, e i primi mostri da sconfiggere.
Il sistema di combattimento è un vero richiamo ai vecchi JRPG: l’azione si sposta in una sorta di arena con i buoni da una parte (Aurora e i suoi alleati, che troviamo lungo il cammino) e i mostri dall’altra. Il combattimento si svolge a turni, secondo una linea del tempo che possiamo influenzare grazie all’intervento del fuoco fatuo, alterare buttando nella mischia gli altri pezzi della compagnia e giocare di strategia su filo delle abilità e dei punti deboli dei nostri avversari.
Essendo poco avvezzo al tipo di combattimento, ho fatto un po’ di fatica ad entrare nell’ottica giusta; tuttavia, dopo un attimo di ambientazione, e dopo aver potenziato le abilità dei miei personaggi, devo dire che le battaglie sono piuttosto soddisfacenti da vivere, al punto che sono andato a cercarmi di proposito scontri non necessari per guadagnare altri punti esperienza da spendere in abilità e potenziamenti.
A tal proposito, mi è piaciuto anche il meccanismo degli oculi, in pratica gemme preziose da combinare e potenziare, per creare artefatti che influenzano gli elementi di attacco e difsesa, dando, ad esempio, la possibilità di infliggere danni aggiuntivi da fuoco, ghiaccio e così via…

A farla da padrone, però, è ancora lo storia. Le traduzioni italiane sono perfette e tutti i personaggi parlano in rima come in tutte le fiabe che si rispettino. Belli i dialoghi e belli i personaggi, dal topo arcere, allo gnomo trecidenne con barba folta, fino al giocoliere impacciato… dei veri compagni di viaggio a cui voler bene.
Infine il tutto è accompagnato da una colonna sonora dolce e avvolgente, nei momenti tranquilli di esplorazione, che si trasforma per accompagnarci nelle fasi concitate delle battaglie.

Concludendo: Child of light è un piccolo gioiello, da giocare e rigiocare, magari a difficoltà maggiore per potenziare al massimo i propri personaggi, per cercare le pagine della storia perdute e per affrontare ancora le seduzioni della perfida strega Umbra.
Riuscirà Aurora a salvare Lemuria e a tornare da suo padre? Imbracciate il controller e scopriamolo insieme.

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