Indie

Papers, please!: un gioco semplice ma divertente

Per la gloria di Arstotzka!

Premetto che stavolta sarò molto di parte. Sono venuto a conoscenza dell’esistenza di Papers, please! solo per caso, quando era ancora disponibile unicamente una demo (proprio come si usava fare tanto tempo fa), e per qualche motivo l’ho subito amato alla follia! Delusissimo quando ho finito la demo, ma solo perchè volevo continuare a giocarci, ho anche partecipato all’inserimento dei nomi dei giocatori della demo tra i papabili per il database del generatore di emigranti casuali del gioco. Qualche settimana fa, grazie ai saldi estivi Steam, ho finalmente potuto sugellare definitivamente il rapporto d’amore tra me e questo fantastico giochino.

Il gioco è esattamente ciò che sembra dal titolo e dalle immagini, ovvero la simulazione di un posto di blocco al confine con grafica retro. Papers, please! è un gioco di una semplicità disarmante, che però riesce ad essere divertente ed efficace grazie ad un gameplay ben fatto che, sebbene ripetitivo, offre interruzioni simpatiche piazzate nei momenti adatti. Inizierete la vostra avventura con un messaggio del ministero del lavoro della gloriosa Arstotzka, secondo cui avete vinto la lotteria per un posto come controllore dell’immigrazione ad un posto di blocco di confine; lo stato trasferirà voi e la vostra famiglia e vi fornirà un alloggio in affitto. Fatto ciò, verrete a conoscenza del vostro posto di lavoro, un cubicolo spartano ad un posto di blocco di confine, e degli strumenti a vostra disposizione per decidere se gli immigranti possono o meno entrare nel paese. Con l’andare del gioco i requisiti e i possibili parametri da controllare aumenteranno in modo proporzionale, ponendovi di fronte alla scelta se fare i controlli con maggiore fretta o maggior precisione: da un lato più controlli portati a termine con esito positivo vogliono dire maggiori entrate a fine giornata di lavoro, dall’altro eventuali errori vi costeranno dei malus sullo stipendo. Il gioco vi porrà continuamente di fronte a scelte di tipo etico, dovute principalmente al fatto che il vostro budget a fine giornata sarà sempre pari o inferiore alle spese per mantenere alloggio e famiglia, per cui vi troverete spesso a decidere se fare incassi extra mettendo alla prova i vostri principi morali e accettare di farvi corrompere, collaborare con strani gruppi massonici segreti, oppure arrivare moralmente integri a fine giornata ed essere costretti a lasciare vostra moglie senza riscaldamento e vostro figlio senza medicine perchè non avrete abbastanza denaro. Tutti questi piccoli elementi di contorno riescono a rendere vivace, interessante e molto divertente quello che altrimenti sarebbe un gioco dal gameplay ben fatto ma estremamente ripetitivo e noioso: amerete tutte le variazioni sul tema, dal signore attempato che si presenta con documenti falsi fatti da un bambino alla donnina che vi lascia il bigliettino per il night, dall’agente segreto massone che vuole reclutarvi al terrorista che vi fa chiudere baracca in anticipo.

Per concludere, posso dirvi che Papers, please! è un gioco senza troppi fronzoli, che è semplice ed è consapevole di esserlo, per cui è stato sviluppato per rendere al meglio nelle situazioni di gameplay per cui è stato pensato. L’ambientazione simil Unione Sovietica ed il clima da guerra fredda sono riprodotti in modo ottimo, la grafica retro e la colonna sonora vi faranno percepire e sentire realmente in una situazione da guerra fredda degli anni ’80. Considerato che si tratta di un indie dal costo abbastanza contenuto e che è uno dei giochi più belli da provare tra gli ultimi che mi sono passati per le mani negli ultimi tempi, non posso che consigliarvi caldamente di farlo vostro.

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