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Valley – Un luogo misterioso tutto da esplorare

Un luogo misterioso, a lungo inaccessibile, forse dimenticato. Resti di esperimenti umani svaniti nel nulla. Natura incontaminata permeata di energia mistica. Benvenuti nella Valley.

Iniziamo subito col dire che i giochi di esplorazione mi piacciono, ma non mi fanno impazzire. Per intenderci, preferisco le avventure. Cosa succede, quindi, quando un gioco unisce sotto di sé sia avventura che esplorazione? Mi sono fatto la stessa domanda nel momento in cui ho scoperto che i ragazzi della Blue Isle Studios, gli stessi di Slender: The arrival, per intenderci, avevano confezionato un videogame che sembrava riunire sotto un unico cappello tante sfaccettature diverse del mondo videoludico.

Valley inizia in modo delicato, quasi sussurrato. Sono nei panni di un’archeologa (avrei potuto scegliere di impersonare un uomo, ma di fronte a queste premesse mi è salito il Tomb Raider in tempo zero) che lascia tutto per dedicarsi alla ricerca di una misteriosa fonte di energia chiamata “seme della vita“. Cosa sia, esattamente, non mi viene spiegato. Ma fin da quando metto le mani sul controller mi è chiaro che non si tratterà di una ricerca semplice. Appena giunto nella Valle, infatti, vengo accolto da un panorama mozzafiato, emozionante e avvolgente. La musica di sottofondo, che si sposa perfettamente coi momenti topici del gioco, mi accompagna nei primi passi esplorativi; una sensazione di calma e pace mi pervade, mentre scopro l’esistenza di creature aliene, fatte di pura energia. Poco oltre ecco trovare i primi resti di una missione militare abbandonata. Attraverso i registri scopro che i soldati americani, nel 1941, avevano scoperto l’esistenza di questa Valle e avevano cercato di sfruttare l’energia che la permea per fini bellici. Trovo anche un articolato marchingegno militare, una sorta di tuta che mi consente di correre, saltare e soprattutto utilizzare l’energia della Valle stessa.

Dopo il classico tutorial in cui alle prime fasi del gioco vengono associate anche le istruzioni su come fare tutto, inizia l’esplorazione vera e propria. La peculiarità del titolo risiede proprio nella comunione tra il protagonista e la natura della Valle. L’energia, infatti, si trova ovunque: negli animali, nelle piante, e, naturalmente, nell’aria. Attraverso la tuta posso raccogliere e sfruttare questa energia, sottraendola agli alberi, ad esempio, o alle creature che qui vivono pacifiche. In questo modo faccio morire gli esseri da cui ho sottratto energia, ma allo stesso modo posso farli tornare in vita: regalando energia, invece che portandola via. Ben presto, però, scopro che questa energia serve anche per aprire nuovi passaggi altrimenti chiusi. All’esplorazione, quindi, si aggiunge una componente puzzle, in cui bisogna ravvivare piante e radici per attivare nuovi portali. Allo stesso modo inizia la caccia ai collezionabili: raccogliendo ghiande si possono aprire intere sezioni di gioco altrimenti precluse, e lo stesso vale per gli ingranaggi lasciati un po’ ovunque dai soldati. La tuta, a sua volta, può essere potenziata, aggiungendo celle di energia per aumentare la sua autonomia, ottenere nuove capacità e nuovi “poteri”.

Ma ecco la trovata geniale del titolo: ci metto meno di mezz’ora a morire malamente cadendo in un lago. Il gioco mi riporta in vita, ma lo fa facendo pagare un caro prezzo alla Valle: ogni volta che muoio, infatti, parte dell’energia della Valle viene spesa per resuscitarmi, e questo fa morire poco per volta l’ambiente attorno a me. Sfruttando l’energia della tuta posso rivitalizzare piante e animali, ma questo comporta ovviamente dipendio di risorse preziose. Tutto, quindi, sta nel trovare il giusto equilibrio tra il rischio di restare a secco e quello di far morire per sempre l’intera Valle.

Valley, insomma, mi ha catturato in men che non si dica. Mi pesa l’assenza di una mappa e ho la sensazione che l’esplorazione sarà davvero ostica, tra pericoli naturali, scariche di energia incontrollata e soprattutto con la comparsa di avversari malvagi da sconfiggere; tuttavia, fin dalle prime ore di gioco, Valley si è mostrato capace di unire diversi stili di gioco, in una combinazione piuttosto interessante anche se non del tutto originale. Alcune dinamiche mi hanno ricordato da vicino la trilogia Bioshock (come i registri militari, le proiezioni in stile cinegiornale e i proiettili di energia), ma preferisco considerarle una citazione pregevole. Il succo del titolo, come detto, sta altrove ed è in grado di intrattenere a lungo.

Dovendo andare a cercare il pelo nell’uovo, posso citare la localizzazione, interamente in inglese, che potrebbe frenare chi non mastica la lingua: intendiamoci, non è fondamentale per il proseguio, ma tirar dritto senza leggere i registri e le note fa perdere molto del fascino. Ho notato invece un po’ di legnosità nelle animazioni: i fondali sono splendidi e disegnati molto bene (ricordiamoci che stiamo parlando di un Indie), mentre le creature sembrano un po’ plasticose. Nulla da dire sul piano del gameplay: pochi comandi e controlli precisi; ma forse tutto un po’ troppo semplice per i giocatori hardcore.

Valley è disponibile su PlayStation 4, PlayStation Vita, Xbox One e su Steam per PC.


Nerdando in breve

Valley unisce in un unico titolo dinamiche di esplorazione, puzzle e shooter in prima persona, in una combinazione davvero interessante da scoprire.

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