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Due chiacchiere con: Tiziana De Piero (Fidanzato Vampiro)

Tiziana De Piero mentre ci dedica un disegno

Tiziana De Piero mentre ci dedica un disegno

Nel corso dell’ultimo Cartoomics, Zeno2k ha avuto il piacere di scambiare qualche battuta con Tiziana De Piero.

Maurizio: Ciao Tiziana, benvenuta su Nerdando.com. Inizia pure raccontandoci chi sei e cosa fai di lavoro.
Tiziana:
Ciao a tutti, io sono Tiziana De Piero e nel 2013 ho vinto un concorso di fumetti per esordienti dedicato ai vampiri, con una storia breve da sei pagine, come richiedeva il concorso, intitolata Fidanzato Vampiro.
Quella serie ha vinto la pubblicazione come ebook con una casa editrice digitale (Wannaboo, NdR); ha fatto un buon successo, diventando uno dei bestseller di Amazon e iTunes, e l’anno successivo è stata pubblicata in edizione cartacea da Shockdom che ha raccolto tutti gli ebook che avevo pubblicato.
Da lì in poi mi sono dedicata al fumetto.
Attualmente lavoro come colorista (figura professionale che si occupa di aggiungere il colore alle tavole, NdR) presso il Gotem Studio, mentre adesso ho realizzato una storia breve per Elena Mirulla e Cronaca di Topolinia per un progetto che si chiama Sexy Tales Special #1… e ho in mente di fare altre cose, però ovviamente ho appena iniziato.

M: Allora, iniziamo coi tuoi vampiri: una parodia che prendere in giro Twilight. Qual è il concept?
T: 
L’idea di base è che non si può scrivere più niente di originale sui vampiri. Ero partita con la rassegnazione che i vampiri sono ormai utilizzati e strausati: hanno perso soprattutto il ruolo cupo e horror che avevano a fine ‘800. Allora ho recuperato quello, che è quel che mi piace: ho studiato lettere all’università e amo quel tipo di letteratura, quindi ho preso lo stereotipo di quel tipo di vampiro, con quel linguaggio ottocentesco e l’ho messo insieme ad una ragazza moderna, però cercando di ribaltare questa idea, che fondamentalmente è un harmony, che abbiamo in Twilight e in tutti gli altri urban fantasy molto diffusi adesso.

M: Benissimo. Veniamo ora al tuo ultimo lavoro. Progetto Sexy Tales. Di cosa si tratta?
T: È un fumetto ideato da Elena Mirulla ed è arrivato al quarto volume. Ogni volume raccoglie storie brevi dove lei reinventa le favole in maniera sexy e umoristica; quindi erotico ma comico, con un umorismo surreale, talvolta demenziale. È molto bello perché sono poche le cose erotiche fatte dalle donne. Lei quest’anno ha deciso di fare uscire uno special: un albo collettivo dove altre autrici tra cui me, Mirka Andolfo e Martina Masaya (le trovate tutte su Facebook con le relative pagine), hanno realizzato delle storie brevi, reinterpretando dei personaggi già descritti da Elena nei volumi precedenti prendendosi ognuna la massima libertà di fare quello che voleva.
Io ho scelto Alice nel Paese delle Meraviglie.

M: Quindi: autrici solo donne, su un fumetto comico-erotico. Qual è il target, maschile o femminile?
T: Bella domanda, questa! Inizialmente era maschile, ma ci siamo rese conto che ha anche molte lettrici donne: essendo una cosa molto soft, molto comica, secondo me è adatta un po’ a tutti.
Non sappiamo ancora, perché stato stampato in occasione di Cartoomics 2016, quindi è la prima volta e proviamo a vedere come va, però mi sembra una cosa molto bella…

M: In effetti a primo avviso sembra abbastanza strano associare un’autrice femminile al fumetto erotico, che ha autori storicamente maschili, come Manara e Serpieri.
Com’è il tuo rapporto con l’immaginario erotico veicolato dal fumetto?
T: Personalmente sono stata scelta per partecipare a questo fumetto perché Elena ha letto Fidanzato Vampiro, in cui ci sono molte situazioni di erotismo e comicità; quindi non è una cosa per la quale mi sento fuori posto. Non penso nemmeno sia una cosa troppo moderna: credo sia normale che delle ragazze possano scrivere su questo argomento.
Perché no, insomma? Strano che non l’abbiano fatto prima: a me stupisce il contrario.

M: Tu sei presente su Facebook con una pagina molto seguita: quanti messaggi e proposte oscene ricevi ogni giorno?
T: (ride) Mi è capitato! Sai cosa mi succede? La gente mi chiede se sono io la protagonista delle cose che scrivo! Però io rispondo sempre “guarda che io sono quella che disegno”… insomma, no-comment!
Però mi rendo conto che le donne che scrivono di donne, magari procaci, ammiccanti, sexy… sono viste ancora in modo strano. Percepisco che il mondo del fumetto è ancora visto come qualcosa di prettamente maschile, sia per gli autori che lo hanno composto, sia per i lettori che originariamente erano solo maschi, però è assurdo: le autrici donne sono tantissime, e anche le lettrici… soprattutto grazie agli shojo che hanno modificato tanto il mercato, quindi davvero non riesco a capire perché ci sia ancora questo sospetto.
Ma poi, per dirla tutta sinceramente… se tu dovessi leggere un fumetto erotico, preferiresti immaginare una mano virile e callosa che lo disegna, o la mia manina delicata? (ride).
No, ok… questa la puoi tagliare?

M: Non ci penso nemmeno!
T: Ok, però dillo che io la volevo tagliare… (ride).
Però ecco: è interessante secondo me per gli uomini capire un po’ di più il punto di vista femminile, se sono interessati e hanno possibilità di leggerlo. Perché no, giusto?

M: Sicuramente. Tu quando metti di te stessa lì dentro?
T: In questa storia di Sexy Tales veramente molto poco, perché era una lavoro già iniziato da un’altra persona nel quale io dovevo capire quello che lei aveva scritto e riformularlo, per cui non è assolutamente autobiografico.
In Fidanzato Vampiro ho avuto delle esperienze che mi hanno aiutato a scrivere le situazioni sentimentali che lì si possono trovare.

M: Benissimo. Torniamo ora all’argomento principale: tu senti di avere, col tuo lavoro, un ruolo per l’emancipazione femminile in questo senso?
T: Mi hanno chiesto se io sia una femminista… io sento di essere una femminista nel mio modo di essere, lo sono sempre stata, ma non devo dimostrarlo: esprimo solo me stessa e mi stupisco quando la gente mi riconosce come emancipata o attiva nel modificare le cose; il mio primo pensiero è fare ciò che io sento… se poi gli altri lo recepiscono in questo modo ne sono contenta, ma non è il mio obiettivo principale.

M: Insomma: c’è ancora tanta strada da fare, sul piano culturale.
T: Evidentemente sì.

M: Grazie mille, Tiziana: in bocca al lupo per la tua carriera!

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