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The Talos Principle – Un gioiello inaspettato

 

The Talos Principle

Nella sempre più fiorente industria videoludica dell’Est Europa, lavora un gruppo di sviluppatori croati che ha fatto la storia dei videogiochi con la saga di Serious Sam, il quale niente ha a che vedere con The Talos Principle, l’ultima fatica di Croteam. Dai quattro capitoli di uno sparatutto ignorante, grottesco e goliardico sono passati a piè pari ad un puzzle game in prima persona filosofico, e un cambiamento di genere così repentino può far pensare: ”Ne sono capaci?”

La risposta è, contro ogni pronostico, un grande sì.

Scritto da Tom Jubert e Jonas Kyratzes, rispettivamente autori di FTL e The Swapper e di The Sea Will Claim Everything, The Talos Principle ci mette nei panni di un robot, che si risveglia in un mondo deserto ed idilliaco, guidato dalla voce di Elohim, che si dichiara suo creatore, dovrà risolvere una serie di enigmi per poter diventare degno della vita eterna. Sembra banale, ma non è questa la trama vera e propria, è invece più una giustificazione che viene data al personaggio, legata a doppio filo dai terminali e messaggi audio che troveremo sparsi nel gioco, e che ci racconteranno man mano che proseguiremo nel gioco, la reale ragione delle nostre tribolazioni e il significato di ciò che incontriamo. Purtroppo anche solo accennare a ciò di cui parlano questi documenti rischia di spoilerare importanti parti della trama, e quindi vi dirò solo che si racconta di un momento difficile dell’umanità e di come si sentono le persone in quel momento, con una naturalezza e una concretezza tali da trasmettere la tristezza di una situazione simile.

Le tematiche, che sono legate alla toccante storia, parlano del senso dell’umanità intesa come razza, e intesa come caratteristiche fondamentali della persona, del lavoro di squadra, di ciò che ci lasciamo alla fine della nostra vita. Nello specifico, il principio di Talos del titolo, che dice: “Anche il filosofo più illuminato non può vivere senza il suo sangue” e che quindi può fare tutte le congetture sulla realtà e sull’esistenza, ma resterà sempre legato al suo essere fisico. E questo porta a uno degli interrogativi più ricorrenti nel gioco, ovvero su cosa si basa la vera essenza di una persona. È subito chiaro, dai primi minuti di gioco, che una tematica molto forte è anche l’intelligenza artificiale, mescolata ad allegorie bibliche e mitologiche, e ci presenta uno degli studi più concreti e approfonditi su cosa davvero potrebbe significare l’esistenza di un entità simile, ricollegando il tutto ai temi sopra citati.
Una delle parti migliori di questa esperienza è sicuramente l’assistente alla biblioteca, un’entità che si aggira nei terminali presenti nei livelli e che ci farà una serie di domande morali molto ben pensate che ci spingeranno da subito a rispondere nel modo più sincero, e costringendoci a ragionare seriamente sul significato delle nostre parole. Un consiglio: non affrettatevi a completare il gioco, cercate di trovare ogni pezzo di storia, ogni finale, ogni easter egg. Questo è un gioco che va degustato fino alla fine e cercare di finirlo alla svelta ne compromette sicuramente la bontà.

Passando alla parte concreta del gioco, la struttura dei livelli è divisa fondamentalmente in 3 aree principali, con altrettanti stili architettonici, basati sui periodi di alcune delle civiltà umane più memorabili: antichi romani, antichi egizi e medioevo. Una cosa molto suggestiva è l’utilizzo di strumenti fantascientifici/tecnologici uniti ad antiche rovine, che rendono alienante e surreale l’ambientazione. Gli enigmi si basano tutti sul riuscire a recuperare dei sigilli, per la precisione dei tetromini (le figure del Tetris, per intendersi), che per raggiungere, dovremo disattivare campi di forza, evitare mine semoventi e deviare raggi laser oltre a utilizzare una meccanica di creazione di cloni che ricorda proprio quella di The Swapper. I rompicapo non sono impossibili, ma impegnativi, al contrario di quelli per trovare le stelle (necessarie per sbloccare uno dei finali possibili), che sono particolarmente cervellotici. Ho trovato il livello medio di difficoltà regolato in modo da costringere al ragionamento senza essere frustrante, ma per alcuni giocatori più navigati i livelli potrebbero sembrare un po’ facili.

Il tema della meccanica ci porta ad affrontare un punto inevitabile: il paragone con la serie di Portal. Il genere è quello, ma laddove la trama di Portal, per quanto criptica è, soprattutto nel primo capitolo, un contorno, qua ci troviamo quasi nella situazione contraria, con il gioco al servizio della trama. Meccaniche diverse da quelle del titolo di Valve, rendono il gioco comunque fresco e godibile: non ho trovato così tante somiglianze, oltre alla presenza di cubi, che nemmeno fanno così tanta compagnia!

Ogni zona visitabile è esplorabile liberamente e questo è incoraggiato dalla presenza di, come dicevo, numerosi segreti ed easter egg, molto simpatici, e dalla meravigliosa resa ambientale. La luce in primis, gli effetti audio e la costruzione delle ambientazioni restituiscono un’atmosfera fantastica e molto realistica, non tanto per le texture (di tutto rispetto) ma per il realismo dell’esperienza. Colpisce subito, quando ci troviamo nell’ambientazione “romana” come l’atmosfera mediterranea sia una delle più fedeli e suggestive mai viste in un videogioco. A proposito della grafica, il Serious Engine 3.5, lo stesso di Serious Sam 3, svolge un ottimo lavoro renderizzando degli ambienti molto dettagliati sotto ogni aspetto, senza risultare pesante o poco ottimizzato. Continuo a considerarlo uno dei motori grafici più scalabili e configurabili con una marea di opzioni chiare e versatili. Piccola curiosità: è presente nella storia una spiegazione per la quale il gioco è sviluppato con questo motore, e per deduzione possiamo comprendere perché la parte egizia presenti così tanti asset di Serious Sam 3, e non è (solo) perché Croteam voleva risparmiare tempo. A voi scoprire anche questo piccolo segreto!
In questo ottimo mix, non poteva sfigurare una bella colonna sonora, adattata alle zone e alle situazioni, che forse manca solo di una maggiore varietà di brani ma che nulla toglie alla realizzazione finale. Apprezzabile l’utilizzo di strumenti e sonorità che rispecchiano molto l’ambientazione del momento, trasportandoci all’istante nella giusta atmosfera.
Sempre sul piano del sonoro, va dato credito all’ottimo doppiaggio delle due fondamentali voci presenti, Elohim e la voce delle registrazioni audio che troveremo nei livelli. Sicuramente danno un altro tocco di qualità in più.

Sarò sincero, non essendo un grande amante della filosofia, avevo qualche pregiudizio su questo “puzzle game filosofico”, ma l’immedesimazione aiuta a concretizzare molti concetti permettendovi di relazionarvici, e vi ritroverete a riflettere su alcune delle scelte che vi verranno proposte, sul significato sotteso di certi scritti e non potrete non provare nulla di fronte alla fin troppo realistica resa della quotidianità sconvolta che viene narrata.

Alla fine The Talos Principle è un pretesto per raccontare una storia, una storia che parla anche di come risolvere rompicapo e ci identifica come umani. Questo ci mette immediatamente di fronte a uno specchio (dato che, beh, stiamo giocando a dei rompicapo), obbligandoci quasi ad identificarci, e trasmettendoci dei messaggi con una potenza difficilmente raggiungibile.

Un gameplay solido, una trama non lineare straziante e ispirata e una realizzazione impeccabile. Sicuramente uno dei videogiochi più significativi a cui abbia mai giocato, che non dimenticherò facilmente.

The Talos Principle è disponibile su Steam per Windows, Mac OS X e Linux, su Play Store per Android e su Playstation Store per PlayStation 4

Nerdando in breve

The Talos Principle è una perla inattesa, un rompicapo da seguire con la massima attenzione e che nutre la mente ma anche gli occhi.

Nerdandometro: usr [4.8]

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