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Never Alone (Kisima Ingitchuna) – A spasso nella tormenta

Da appassionato quale sono di leggende e storie dei popoli nativi, mi aspettavo molto da Never Alone. Vi anticipo subito che le mie aspettative sono state più che ripagate: Never Alone è un titolo assolutamente rispettoso di ciò che sono le tradizioni dei Iñupiaq, gli inuit dell’Alaska. Il titolo ci immerge in una delle più note leggende locali: una tempesta magica e innaturale si abbatte su un villaggio inuit, impedendo agli uomini di andare a caccia e sfamare le famiglie e, per questa ragione, la giovane Kunuuksaayuka parte alla ricerca dell’origine della tempesta.
Da qui parte la nostra avventura, mettendoci nei panni di una bambina e di una volpe magica per le lande desolate dell’Alaska. Attraverso una serie di enigmi ambientali, ci troveremo a confrontarci con tutti gli elementi del folklore locale, dall’uomo gufo agli spiriti del cielo (che rappresentano le aurore boreali), dagli uomini di ghiaccio al piccolo popolo e, sulla nostra strada, compariranno anche tanti piccoli gufi da raccogliere (i collezionabili di questo gioco) che daranno accesso a micro documentari girati in Alaska, con l’ausilio della comunità locale, che narreranno tutti i concept dietro al gioco stesso.
Gli enigmi sono in genere semplici da risolvere e nel corso della campagna (che ho terminato in meno di 4 ore) mi sono trovato in difficoltà solo un paio di volte; il flusso delle immagini è una vera festa per gli occhi: tecnicamente il titolo è sublime e si lascia giocare davvero con immenso piacere, grazie a comandi semplici e precisi.
Saltando dalla bambina alla volpe, poi, possiamo risolvere i vari enigmi quadro dopo quadro e l’AI è sufficientemente buona da non causare momenti di frustrazione. All’inizio, ho trovato un po’ di difficoltà a coordinare i movimenti dei due personaggi, ma si è trattato della prima mezzora di gioco, dopo di che tutto è diventato abbastanza intuitivo.
In conclusione, Never Alone mi ha davvero entusiasmato: semplice ma profondamente immersivo, un titolo che rende onore e prestigio ad una comunità poco conosciuta e dal profondo amore per la natura in cui vive da secoli e che sa essere così dura con gli esseri umani.
Ho apprezzato molto la presenza dei documentari e ho trovato davvero toccante quello sull’orsetto adottato da un Iñupiaq dopo che questi aveva accidentalmente ucciso la madre.

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