Giochi da tavolo

Neko-In: acchiappa il gattino nipponico!

Neko-In, ovvero Gattini

Neko-In, ovvero Gattini

Mettiamo le cose in chiaro: io sono un Giappo-fan. Mi piace di tutto, ed è per questo che mi sento al 100% parte di Nerdando.com, ma per me il Giappone e tutto ciò che gli ruota attorno hanno una marcia in più. Altra cosa da mettere in chiaro: sono un gattaro e mi rincoglionisco come un bambino quando sono con dei gatti. Ora, facendo due più due, secondo voi quanto potevo rimanere impassibile nel momento in cui, su di un tavolo della sala prototipi durante la festa Red Glove alla fortezza di Sarzanello, ho visto un nuovo gioco con il nome in codice GATTINI? Una volta ripresomi dalla botta di entusiasmo, ho avuto modo di testarlo con Morgana e con l’autore, Marco Mingozzi, che mi ha detto che durante il Lucca Comics & Games 2015 la Red Glove lo avrebbe pubblicato con il titolo definitivo Neko-In. Andiamo quindi a cercare di stanare i gattini!

Neko-In consta sostanzialmente di due fasi di gioco, una più di “piazzamento” del nostro amato gattino e un’altra più “ability”, dove sarà fondamentale acchiappare la miniatura del gattino prima di tutti gli altri giocatori per liberarsi delle tessere. Riprendendo il discorso ambientazione (andate a dare un’occhiata al nostro album su Facebook), siamo in Giappone, in una casa dove ci sono dei gatti che, come chi ne ha uno saprà bene, si cercheranno di nascondere qua e là negli ambienti. Ogni giocatore avrà una delle sei stanze, tutte raffigurate su delle plance, e al centro sarà posizionata la plancia del giardino, che rappresenta il posto dove la padrona di casa, di tanto in tanto, sbatterà fuori i gattini. Sulle plance delle stanze vi sono cinque zone contrassegnate da un bordo a forma di zampetta di gatto dove dovremo posizionare le rispettive tessere che avremo ricevuto casualmente ad inizio partita; vinceremo la partita quando finiremo le tessere in nostro possesso.

Il piazzamento in Neko-In segue alcune regole che cambiano in base al fatto se la stanza in cui si vuole entrare – perché potremo andare anche nelle stanze altrui sia per liberarci delle tessere non del nostro colore sia per bluffare alla grande – sarà libera o meno. Una volta riusciti ad entrare, ci libereremo della tessera corrispondente allo spazio occupato dal nostro gattino. La parte “ability” invece avviene dopo la fase di piazzamento, dove con il lancio di un dado si dovrà cercare di acchiappare prima degli altri la miniatura del gatto del colore uscito; chi riuscirà nell’impresa senza rimetterci una mano sposterà la pedina in giardino ma, cosa fondamentale, cederà una delle sue tessere al giocatore che ne ha di meno. Per questo, quindi, è comprensibile il perché del minimo di tre giocatori. Per aumentare il grado di sfida, infine, si può usare la modalità eventi, dove piazzeremo sugli spazi delle plance delle altre tessere, coperte, che rappresentano delle condizioni particolari che si andranno ad innescare quando un gattino riuscirà ad occupare la posizione desiderata. Alcuni segnalini daranno effetti positivi, altri meno, ma ci si divertirà in ogni caso.

Neko-In è un gioco che, per quanto la pucciosa grafica possa trarre in inganno, richiede una buona comprensione delle regole per essere goduto appieno, per quanto faccia parte della linea Light. Il fatto di giocare con le tessere random permette di sperimentare un approccio sempre variabile, contemplando anche la possibilità di bluffare facendo entrare il gattino in stanze dove non si hanno tessere da piazzare, per spiazzare (scusate ma il gioco di parole ci stava tutto) gli avversari e, soprattutto, smuovere il gioco grazie alla seguente fase ability. Questa fase è quella decisamente più caciarona e divertente, e non posso consigliare altro se non di fare casino, finte con la mano, tentativi di distrazione degli avversari ma soprattutto di tagliarsi le unghie prima di giocare, altrimenti non garantisco sulla salute delle vostre dita a fine partita. Però, del resto, se stiamo giocando a Neko-In con dei gattini, sfoderare un po’ gli artigli ci sta tutto, no? I materiali sono semplici e ben realizzati, con le miniature dei gattini a fare da padrone; tutte e sei sono realizzate in gomma dura, ben fatte anche se potenzialmente le orecchie sembrano un po’ fragili – fate attenzione! – ma mi aspetto che qualcuno le possa anche tenere qua e là sulle mensole di casa, specie se, come il sottoscritto e Morgana, collezionate gattini orientali. Davvero!

Menzione d’onore: Giappone e gattini, l’ho già detto?

Si ringraziano Federico e la Red Glove per averci gentilmente fornito il materiale per questo articolo.

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