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Lost Odyssey – Un Final Fantasy vecchio stile approda su Xbox One

Recensione

Come riportato in un altro articolo, è ora possibile giocare a videogame dell’Xbox 360 su Xbox One, il che dà l’opportunità per riscoprire alcuni di quei giochi esclusivi della vecchia generazione e quindi più o meno dimenticati.

In particolare, dà l’occasione ai possessori di Xbox One (ed a quelli che avevano una 360 ma che se lo sono persi) di giocare ad uno dei miei giochi preferiti ed un must per tutti gli appassionati di JPRG: Lost Odyssey, da me chiamato “Final Fantasy XIII come sarebbe dovuto essere”.
Sì, perché Lost Odyssey è un’opera dove è presente molto del team di sviluppo della gloriosa e defunta Squaresoft che era dietro la famosa saga, ad iniziare da Hironobo Sakaguchi, autore di tutti i Final Fantasy dal I al VII e produttore di quelli successivi, fino al X (inclusi i vari derivati, come Tactics e Chrono Trigger), e Nobuo Uematsu, storico compositore della saga.
Se tuttavia questo non dovrebbe essere sufficiente ad attirare la vostra attenzione, potrebbe interessarvi l’autore della character art di questo gioco: così come nel già citato Chrono Trigger, i personaggi erano ad opera di Akira Toriyama, anche in questo caso c’è dietro un famoso mangaka, ovvero Takehiko Inoue, autore di Slam Dunk e Vagabond.

Lo stile di gioco

Il gioco ha quindi molto in comune con Final Fantasy: si tratta di un JRPG vecchio stile, con RTB turn-based system (ovvero combattimento a turni in tempo reale), personaggi con classi più o meno definite, magia nera, grigia (o temporale) e bianca, evocazioni e tutto il resto. Il mondo è un open world, per quanto non sia possibile girarlo a piedi, ed include dungeon ed altre aree pericolose dove i nemici appaiono randomicamente.
L’avanzamento dei personaggi ha piccoli aggiustamenti rispetto allo schema classico (così come il sistema a turni) ed è a mio parere eccellente, consentendo di dare a quasi ogni personaggio uno scopo nel party che tuttavia non è necessariamente prefissato, dando la possibilità di sperimentare e creare una quantità incredibile di combinazioni.
Anche l’ambientazione in generale ricorda molto i Final Fantasy targati Squaresoft, in particolare VI e IX, con la splendida commistione di tecnologia semi-avanzata piuttosto steampunk e fantasy medievale.

La trama

Per quanto riguarda la storia invece emergono differenze piuttosto consistenti e, ma questa è solo una mia idea, influenzate da Inoue e, per certi versi, che fanno da contrasto con la produzione Square Enix dopo l’addio di Sakaguchi nel 2004.
Le tematiche principali ed il modo in cui sono affrontate in Lost Odyssey sono molto più adulte di quanto fatto in precedenza in Final Fantasy.
La trama segue prevalentemente le vicende di Kaim, un guerriero immortale che ha perso la memoria. Il protagonista ha infatti ben 1000 anni di vicende alle spalle, i cui ricordi possono essere ritrovati durante lo svolgimento del gioco e vengono ripercorsi tramite splendidi racconti fatti di solo testo, sfondo e suoni, una scelta originale e che probabilmente contribuisce a spostare il target di Lost Odyssey verso un pubblico più adulto.
Kaim, come gli altri immortali, è afflitto da dubbi e preoccupazioni: cos’ha vissuto a fare 1000 anni? Quante persone care ha perso durante tutto questo tempo? La vita eterna vale veramente tutto questo dolore?
Durante le vicende, insieme ai suoi ricordi ed agli altri personaggi nella sua stessa condizione, Kaim troverà la risposta fino allo splendido dialogo finale.

La storia in sé e per sé non è originalissima o complessa (a parte un punto che è piuttosto confuso e mai ben spiegato), ma il cast dei protagonisti compensa abbondantemente e rende ogni situazione a seconda del bisogno entusiasmante, drammatica o divertente. In particolare per quest’ultimo aspetto merita una menzione a parte: Jansen, il mago nero della compagnia è probabilmente il personaggio più comico che io abbia mai visto in un videogioco.

In conclusione

Lost Odyssey non ha avuto un successo clamoroso al tempo, anche perché è chiaramente più pensato per un pubblico di una certa età, sia per l’effetto nostalgia di chi ha già giocato ai Final Fantasy precedenti, sia per la scelta di storia e personaggi: non a caso il protagonista è un adulto estremamente serio e riflessivo, piuttosto che un adolescente più espansivo come si conviene di solito in questo tipo di titoli.
Tuttavia, per tutti quelli come me che hanno adorato le storie di Sakaguchi, è un altro capitolo imperdibile, il vero successore della saga della Squaresoft.

Nerdando in breve

Lost Odyssey è un gioco che ricalca in pieno la tradizione dei Final Fantasy Squaresoft come gameplay e storia, ma in una luce più adulta. Tratta delle vicende di Kaim, un guerriero immortale che ha perso la memoria e che deve ritrovare il senso della sua esistenza oltre ai suoi ricordi.

Trailer

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