Indie

I Am Bread – Storia di un aspirante toast

Negli ultimi anni abbiamo assistito alla rinascita di un particolare filone videoludico, quello dei simulatori: alcuni interessanti, altri un po’ meno, hanno dimostrato di avere un pubblico di una certa dimensione, proponendo titoli come “Euro Truck Simulator 2”, “Farming Simulator”, “Car Mechanic Simulator” e molti altri ancora. Tralasciando il dibattito sul fatto che queste simulazioni possano divertire o meno, è indubbio che spesso le software house si siano spinte nella creazione di titoli decisamente settoriali, per così dire. Impossibile non sorridere di fronte a “Street Cleaning Simulator” o “European Bus Simulator”.

Prendiamoci ora un momento per riflettere su chi vorrebbe mettersi nei panni di un operatore ecologico, una volta tornato dalle sua giornata lavorativa.

Come ironica risposta a questi fantastici esempi di braccia rub… discutibili concept videoludici, sono nati una serie di giochi-parodia, alcuni eccessivamente fini a loro stessi, come Grass Simulator o Rock Simulator e altri dotati di un gameplay e di uno stile sensati e addirittura originali; penso soprattutto a (ora la smetto con questi Simulator, eh) Goat Simulator e a Surgeon Simulator. E proprio dai creatori di quest’ultimo titolo, proviene il gioco di cui parleremo: I Am Bread.

Eh sì, state per leggere un articolo riguardante la simulazione di fetta di pane, anche se simulazione in questo caso è una parola grossa, in quanto la fetta di pane che impersoneremo è fin troppo viva per essere realistica.

Cosa dovremo fare all’interno dei livelli di questo gioco? Ovviamente, dovremo tostarci, su ogni lato, e per farlo dovremo arrivare a contatto con una qualche fonte di calore, sia essa un asciugacapelli, un ferro da stiro o una lampadina, e l’unico modo per raggiungere il tanto ambito punto di cottura sarà strisciare, ribaltarsi e arrampicarsi su muri e oggetti, stando attenti però a non abbrustolirsi troppo!

Ovviamente.

Se questo vi sembra assurdo, aspettate di scoprire come possiamo muovere la nostra cara fettina all’interno dei vari ambienti della casa! Non è semplice nemmeno da spiegare: ogni bottone dorsale del joypad (che userete, a meno di non desiderare davvero un bellissimo tunnel carpale) permette di “ancorare” uno degli angoli della fetta di pane alle superfici sulle quali sta poggiando, mentre con la levetta analogica potremo piegarci usando tutta la forza dei nostri addominali farinacei, utilizzando come perno gli angoli fissati. Inutile dire che il sistema di controllo sia diabolico, ma anche dannatamente esilarante, e renderà il gioco genuinamente impegnativo.

Non è abbastanza difficile, dite? Allora sappiate che ci sarà un indicatore di “aderenza” che si scaricherà man mano che manterrete la simpatica fettina agganciata a qualcosa, impedendovi quindi di restare ore in modalità Uomo Ragno sul soffitto, e costringendovi a riposarvi ogni tanto su uno scaffale o una sedia. Ah, e abbiamo anche un tempo limite per finire il livello. Per non parlare dell’indicatore della salute: se entrerete a contatto con superfici sporche (il lavandino, il pavimento, la muffa sui muri) perderete punti pulizia.

E non ho controllato, ma credo che ci vogliano esattamente 5 secondi per arrivare al punto in cui sarete da buttare, se non è classe questa.
No, tranquilli non ho assunto stupefacenti, non ce n’è stato bisogno con questo gioco (forse gli sviluppatori qualcosina hanno preso, però).
Tutti questi ingredienti hanno permesso di cucinare una meccanica e un’ambientazione indubbiamente folle, ma che sa divertire e creare una sfida interessante, oltre che proporci dei rompicapi risolvibili in molti modi diversi, elemento che negli ultimi anni è diventato sempre più difficile da trovare.
A condire il tutto arriva pure un pizzico di una simpatica trama: il proprietario della casa in cui ci troviamo, che ha subito un esaurimento nervoso dopo aver perso il lavoro, torna a casa ogni volta trovandosela devastata. Pensando che qualcuno abbia ordito un complotto contro di lui, si accorge che c’è sempre una fetta di pane tostata, in punti decisamente strani, in mezzo a tutto il disordine. Inutile dire che questo non farà altro che peggiorare la sua salute mentale, peggioramenti descritti prima di ogni livello dagli esilaranti resoconti scritti dallo psichiatra del poveretto.
Il gioco, valido già con la sola modalità storia, è ulteriormente arricchito da una serie di modalità che annovera fra i “personaggi giocabili” l’intero reparto panificati del supermercato.
Le sfide sono varie e numerose, e oltre alla Storia e al Gioco libero abbiamo:

  • Cheese Hunt, in cui impersoniamo un cracker che dovrà trovare tutti i pezzi di formaggio nascosti nel livello prima di distruggersi, in quanto fragilissimo. Attenzione alle formiche!
  • Bagel Race, dove potremo correre con una ciambella su dei tracciati, che in confronto la Pista Arcobaleno di Mario Kart è la rampa per carrozzelle delle poste.
  • Rampage, modalità distruzione in cui bisogna rompere piatti e bicchieri con una baguette per fare punti e combo. Puro pandemonio parigino.
  • Zero-G, dove sì, piloteremo una fetta di pane dotata di propulsori a gravità zero. Evitate di farvi domande, è meglio.
  • Un livello a tema Team Fortress 2, nel quale dovremo introdurci nelle fauci del Grosso, facendo le veci del suo adorato Sandwich.
  • Un livello a tema Goat Simulator, sostanzialmente identico alla modalità Rampage, ma nel quale utilizzeremo la capra del suddetto gioco. Il preferito di Vittorio Sgarbi.
  • Starch Wars (Letteralmente Guerre dell’Amido). Quando pensavate di averle viste tutte, ecco un livello di combattimento spaziale, che sembra uscito da Battlefront 2, con la differenza che saremo ai comandi di una Ala-A di pane, contro uno Star Destroyer/asse da stiro scortato da dei TIE Fighter fatti di cracker. Non in senso figurato.

Ognuna di queste modalità sarà orribilmente difficile e valida per le qualificazioni del campionato mondiale di lancio del joypad, ma anche terribilmente divertente, e sicuramente aggiungono ulteriore valore e longevità ad un titolo che comunque va a costare 12,99€ (ma che spesso si trova con fortissimi sconti). Proprio sulla longevità non è semplice dare un giudizio univoco, dato che dipende molto da come riusciremo a manovrare le varie forme di derivati del grano, e se avremo la costanza e l’abilità di finire ogni modalità, ma indubbiamente le ore passate su questo gioco non saranno poche.

Il punto di vista tecnico invece, è l’aspetto meno interessante, la grafica è in stile cartoon, identica a quella di Surgeon Simulator, leggera e pulita e le musiche sono melodie da ascensore nella maggior parte dei casi, che servono solo ad aumentare il surrealismo, comunque già abbastanza alto, del gioco. Sicuramente non sono questi i punti forti del gioco, ma contribuiscono a renderlo più solido.

Una volta usciti dal trip da lievito che è I Am Bread, ci si rende conto che si tratta sì di una parodia, ma che per sbaglio è pure un gioco davvero divertente ed impegnativo. O viceversa.

La sua particolarità potrebbe renderlo indigesto non tanto ai celiaci, quanto agli amanti di generi più “concreti” e meno assurdi, ma penso che sia da provare almeno una volta. Anche solo per poter dire che ci sono alternative sane alle droghe pesanti.

I Am Bread è disponibile su PC e Mac tramite Steam, su PS4, iPhone e iPad.


Nerdando in breve

I Am Bread è il gioco più folle a cui giocherete, muoversi come una fetta di pane non è mai stato così divertente e impegnativo!

Contenuti

To Top