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Due chiacchiere con: Martina Masaya (Giacinto)

Martina Masaya

Abbiamo recentemente avuto modo di sfogliare ed innamorarci della sua bellissima graphic novel Giacinto, dedicata all’omonimo mito ellenico. Oggi la talentuosa Martina Masaya risponde alle nostre domande per svelarci un po’ di retroscena.

Maurizio: Ciao Martina e benvenuta su Nerdando.com. Grazie di aver accettato il nostro invito.
Martina: Ciao a tutti e grazie a te per la recensione, era bellissima: mi ha fatto commuovere!

Maurizio: Innanzitutto complimenti per il tuo Giacinto, l’ho semplicemente adorato. La prima domanda è d’obbligo: perché proprio “lui”? Giacinto è tra i miti meno noti, come ti è venuta l’idea di sceglierlo per la tua opera prima?
Martina: È stata una casualità: venivo fuori da un periodo negativo, da esperienze editoriali che non mi avevano soddisfatta ed ero ferma da circa un anno. Poi ho conosciuto il mio editor, Camillo Bosco, che ha cominciato a spingermi per ricominciare a disegnare. Siccome non avevo idee mi ha suggerito di scegliere una favola o un mito. Casualmente avevo letto qualche giorno prima il mito di Giacinto e gliel’ho proposto. Lui mi ha detto di procedere e fare una ventina di pagine. Poi ne sono uscite centoventi [ride].

Maurizio: Qual è stata la sfida maggiore nel portare a termine questa graphic novel?
Martina: Il tempo! L’ho fatta in due mesi!

Maurizio: Chi conosce i miti ellenici non penso rimarrà shockato dalla tua opera. E gli altri? Pensi che tramandare il mito senza censure (tipicamente scolastiche) possa aiutare a rendere più interessate la riscoperta della cultura ellenica?
Martina: Oddio, è una domanda complessa: non lo so. Finora nessuno mi ha mostrato di essere rimasto shockato. Era la mia preoccupazione, anche perché mi rendo conto che per il mio stile grafico Giacinto sembra molto più piccolo di come lo avevo in testa (sedici anni). Però penso sia accettato da tutti che a quei tempi fosse normale che un adulto “frequentasse” un ragazzo più giovane.

Maurizio: Altra domanda spinosa. Hai dedicato alcune tavole, quelle forse più intense, alla scena di sesso intercrurale. Sono immagini molto forti, è stato difficile affrontare queste tavole?
Martina: No [ride]: mi sono sempre occupata del genere erotico, sono navigata, è il mio pane! Ho fatto altri fumetti erotici tra cui Curami (Cyrano Comics) e Sexy Tales (Cronaca di Topolinia).

Maurizio: Una cosa che capita spesso di vedere è l’autore che si prende ampie libertà sui miti greci, reinterpretandoli o cambiandoli, magari cercando di modernizzarli. Tu invece sei rimasta molto fedele alla storia originale.
Martina: In verità volevo cambiare il finale. È stata la parte più difficile, probabilmente perché dopo che ti sei affezionato ai personaggi e c’è “quella” fine… Ma poi abbiamo pensato che fosse importante fare una graphic novel e restare fedeli al mito originale.

Maurizio: Sappiamo che i miti greci sono prettamente allegorici, e Giacinto non fa eccezione: parla del diventare adulti. Rappresenta l’uscita dall’adolescenza, con Apollo che istruisce il giovane principe sull’arte, la caccia e lo sport.
Martina: Mi piaceva il fatto che ci fossero tre personaggi che rappresentassero tre elementi diversi. Giacinto è l’adolescenza, quello che si butta a capofitto nelle situazioni con passione, è guidato dagli ormoni; Apollo è l’egoismo mentre Zefiro è la rabbia e la gelosia, ma è anche la parte razionale. Credo che chiunque possa riconoscersi in queste figure: alla fine i miti rispecchiano le persone.

Maurizio: Abbiamo adorato i personaggi di sfondo, quelli appena accennati, come Afrodite a cui dai due battute in croce ma che raccontano tutto di lei.
Martina: Afrodite l’ho aggiunta perché mi è capitato di leggere una delle tante versioni del mito in cui lei era presente. Ho pensato che fosse fondamentale in un mito che parla di amore, lei deve esserci. Afrodite lascia che l’amore corra: sa che accadranno quelle cose perché sa dell’amore di Zefiro, però non puoi fermarlo. L’amore deve succedere, anche se poi finirà male.

Maurizio: Quanti episodi di Pollon hai guardato da piccola?
Martina: Tantissimi! E avevo anche il manga! Ma non mi sono fatta influenzare.

Maurizio: Parliamo un po’ del tuo stile. Mi sembra di aver capito che l’acquerello è la tua passione. Cosa ami di più di questa tecnica?
Martina: È quella che ho imparato a scuola, prima al liceo artistico e poi all’Accademia di Belle Arti. Mi piace perché dà quella sensazione di onirico; ma soprattutto è tanto malleabile: puoi renderlo leggero, pittorico. E detto tra noi è anche molto veloce: se non avessi colorato con quella tecnica probabilmente non ce l’avrei mai fatta in due mesi a realizzarlo. Dico la verità: è stata anche una questione di praticità.

Martina Masaya

Maurizio: Però, a quanto pare, il blu è il colore che ti piace meno. Come mai?
Martina: Esatto! Come fai a saperlo? L’avevo già detto io o l’hai capito da solo?

Maurizio: Non te lo svelerò mai.
Martina: [ride] Io sono una che ama i rossi, tutto Giacinto è su tinte calde, fino all’arrivo di Zefiro: spero si sia notato perché ci ho fatto molta attenzione. Il blu è freddo! Io ho gli occhi azzurri e la gente dice che sono belli, ma io non sono amante degli occhi azzurri, mi sembrano di ghiaccio!

Maurizio: Sei rimasta traumatizzata da Frozen?
Martina: [ride] No, no! È solo che proprio non mi piace l’azzurro. Vuoi mettere il rosso?

Maurizio: Hai presentato Giacinto al Lucca Comics & Games 2016. Com’è andata?
Martina: Bene, che io sappia. Non ho ancora i numeri ma sono venute tantissime persone a farmi i complimenti, a dirmi che gli è piaciuto. Sono contenta dell’esperienza, soprattutto delle cose che mi hanno detto alcune persone. Ci sono ragazze che mi hanno mandato foto col volume in mano mentre piangevano! Sono cose belle, che ti fanno capire che il lavoro che hai fatto è servito.

Maurizio: Ti rivolgi più ad un pubblico maschile o femminile?
Martina: Femminile. Credo di aver venduto ad una decina di ragazzi in tutto. Ma lo immaginavo: il target è palesemente femminile. Sia per il tema che per come è trattato. Anche le scene: non sono cose che un ragazzo leggerebbe a scatola chiusa. Poi, ti dico, i pochi che l’hanno letto, magari comprandolo solo perché mi conoscevano, mi hanno scritto che gli è piaciuto, che l’hanno letto fino alla fine provando emozioni forti.

Maurizio: Dopo Giacinto in cosa ti cimenterai? Ancora miti ellenici?
Martina: Ah, non lo so! Sai, molti mi chiedono se farò altri miti, ma ho paura di passare per quella che si fissa, mentre io sono molto eclettica: non mi piace stare sempre sulle stesse cose; ho fatto supereroi, satira, cose comiche, genere erotico. Per cui chissà: se ricapiterà, volentieri, ma adesso vorrei provare a fare qualcos’altro. Nell’ultimo mese ho sperimentato un nuovo stile, più illustrato, con piccole storie brevi.

Maurizio: Abbiamo finito, ma se c’è qualcosa che hai piacere di raccontarci, fai pure così poi fingo di avertelo chiesto!
Martina: In effetti una cosa che nessuno mi ha mai chiesto c’è. Nel fumetto ci sono almeno tre riferimenti a delle opere d’arte famose e nessuno l’ha ancora notato! Non vi dico quali, andate a cercarle!

Maurizio: Grazie mille, Martina.
Martina: Grazie a voi!

Ringraziando Martina Masaya per il tempo che ci ha dedicato, vi ricordo che Giacinto è edito da ManFont.
Martina è raggiungibile tramite la sua pagina Facebook, mentre per scoprire le novità dell’editore, cliccate qui.

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