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Dark Souls 3: Ashes of Ariandel – Un DLC glacialmente brutale

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Recensione

Ho visto l’inferno, un inferno ghiacciato e… ne sono uscito. Non direi indenne, ma ne sono uscito. Perché Ashes of Ariandel, primo DLC di Dark Souls 3 è esattamente tutto ciò che si potrebbe mai temere: bestie feroci, guerrieri giganti, spiriti oscuri e aborti deformi. Il tutto senza dimenticare un paio di boss – solo due purtroppo – capaci di annichilire anche i giocatori particolarmente smaliziati.

Insomma, se non siete dei puristi del genere e, in particolare, degli irriducibili di Dark Souls 3, armatevi di tanta, tanta pazienza perché di schiaffi qui ne prenderete parecchi. Forse più di quanti ne possiate sopportare. Ma per poco. Davvero troppo poco.

Longevità

E qui infatti arriviamo alle note dolenti. Dolenti per davvero. Ashes of Ariandel è un DLC dannatamente breve, troppo breve, quasi come se la sua brevità fosse in qualche modo funzionale a far perdurare la frustrazione. Sì perché proprio quando stai per riprendere il “ritmo partita” e capisci che, finalmente, puoi confrontarti con qualsiasi cosa, il DLC finisce, lasciandoti insoddisfatto ma ancora terribilmente assetato di sangue.

E in questo senso a poco serve il fatto che l’ambientazione sia splendida, che il level design si presti a ricche fasi di esplorazione e che i segreti sa svelare, armi inedite comprese, siano più che numerosi… perché non vi basterà. Ne vorrete ancora. Ciò purtroppo implica che nell’arco di 2-3 ore al massimo – magari anche 4 qualora foste particolarmente lenti – non vi resterà che rivolgere l’attenzione a quell’ormai celebre e temuto comparto multiplayer che per molti, me compreso, sembra essere la strada più corta per finire nel tunnel del Prozac.

Arena Multiplayer

Eh sì, perché quasi come a voler rimarcare la brutalità del normale PvP, Ashes of Ariandel eleva il concetto di “depressione da multiplayer” verso nuovi e più spietati standard. Come se l’avventura principale non fosse già abbastanza complicata da portare a termine per chiunque non abbia a disposizione un personaggio particolarmente sviluppato, il team di sviluppo ha pensato bene di rendere la nostra esperienza in Ashes of Ariandel ancora più spaventosa inserendo una modalità multiplayer completamente scollegata dall’universo di gioco “principale”.

E così, attraverso l’Arena, il gioco ci proietta in una serie di modalità di gioco differenti come duelli o sfide a squadre, ambientati però in una sola mappa, neanche particolarmente ispirata, in cui i ben noti problemi di netcode di cui il gioco è afflitto sin dal suo debutto, si fanno tristemente più evidenti di quanto già non fossero in precedenza. Peraltro in un contesto in cui le differenze tra giocatori occasionali e irriducibili del brand sembrano farsi ancor più evidenti. Si poteva e si doveva fare decisamente di più, quantomeno in termini di stabilità.


Nerdando in breve

Al di là della sua innegabile brevità, Ashes of Ariandel è da considerarsi un DLC solido e brutalmente affascinante in grado di capitalizzare al meglio sui punti di forza dell’avventura di base. Peccato solo per un multiplayer approssimativo e privo di particolare mordente, perché vista la popolarità del brand e del gioco stesso, un maggiore sforzo sarebbe stato quantomeno dovuto.

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