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Alla ricerca di Dory… e di una trama originale

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È giusto fare sequel di film di successo?

Molto spesso i produttori non impiegano molto tempo per rispondere a questa domanda. Mossi da un’inestinguibile voglia di far soldi e dalla volontà di sfruttare fino all’osso un franchise che si è dimostrato vincente, colossi del settore si buttano a capofitto nella realizzazione di pellicole in cui non è di certo la qualità a farla da padrone. Quanti hanno concesso una chance a dei film che promettevano di essere diversi dalla brutta copia del loro primo capitolo, per poi rimanere inevitabilmente delusi?

La domanda che bisogna farsi è: Alla ricerca di Dory è un film che appartiene alla categoria di cui sopra o è, invece, un cartone valido, degno di essere visto?

Non è semplice rispondere a questa domanda.
In molti hanno amato Alla ricerca di Nemo, il film realizzato dalla Disney Pixar nel 2004, e, quindi, in tanti sospettavano che prima o poi un seguito della pellicola avrebbe visto la luce.

Alla ricerca di Dory ha come protagonista (come si potrebbe intuire dal titolo) Dory, la pesciolina chirurgo affetta da disturbi della memoria che abbiamo imparato ad amare nel primo episodio.
In seguito ad un fortuito incidente durante una gita scolastica di Nemo, la nostra smemorata protagonista ha un flashback e riesce a ricordare una parte del proprio passato. In particolare, Dory riesce a riportare alla mente cosa stava accadendo quando Marlin, il padre di Nemo, finì con l’imbattersi accidentalmente in lei (primo film). Recuperato un solo frammento del grande puzzle della propria memoria, Dory ricorda improvvisamente i propri genitori e decide di partire alla ricerca delle proprie origini.

Bisogna dire subito che qui non ci si trova davanti ad un Alla ricerca di Nemo 2… O meglio, immagino che gli sceneggiatori volessero trasmettere questo messaggio, con il titolo che alla fine hanno scelto.
Pur presentando gli stessi personaggi, la pellicola si pone più come uno spin-off dedicato alla pesciolina che come seguito diretto. Tuttavia, la grande importanza data a Marlin e a Nemo, il riproporre un identico sistema narrativo, con una struttura praticamente invariata, non può che far ipotizzare che la volontà fosse quella di realizzare proprio un seguito, basandosi su un personaggio divenuto più popolare soltanto per questioni di vendibilità del prodotto.
Nonostante le mille possibilità date da un personaggio affetto da mancanza di memoria, infatti, i realizzatori hanno scelto di non osare.
Al posto di ideare una trama ben caratterizzata e abbastanza originale, la scelta è ricaduta su evoluzioni della storia scontate e che sanno di già visto.

Risultato?

Vedere questo film è come avere un gigantesco dejavu. La sensazione di aver già visto praticamente tutto quello che sta accadendo non permette allo spettatore di essere molto coinvolto in quello che succede e, inevitabilmente, richiama costantemente nella mente Alla ricerca di Nemo.

Insomma, inutile girarci intorno, la verità è che questo film ha ben poco da raccontare.

Perfino le poche innovazioni inserite, come i nuovi personaggi e ambientazioni tutto sommato diverse, mancano nel dare quella ventata di aria fresca che sarebbe stata più che necessaria.
Tutto questo contribuisce a rendere Alla ricerca di Dory un titolo che, pur rimanendo comunque molto godibile, risulta più adatto ai bambini di oggi che ai bambini di tutte le generazioni, cosa che invece spesso i film Disney Pixar si propongono di essere.
Solo a loro, infatti, può risultare originale quello che viene messo a schermo… A patto che non abbiano visto altri cartoni animati in vita loro.

Note positive ce ne sono, sia ben chiaro, anche se risulta facile giocare sull’effetto tenerezza, Dory pesciolina è decisamente un colpo vincente. E poi… E poi… No, niente, è l’unica nota positiva.


Nerdando in breve

Un film di cui nessuno sentiva il bisogno, probabilmente.
La Disney ci ha abitati a pellicole di diverso spessore che, pur non regalando sempre trame di alto valore narrativo, andavano almeno a ricercare una qualche originalità in grado di distinguere quello che si stava guardando da qualsiasi altro film di animazione. Peccato.

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