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Drifting Lands – Shoot’em up solido e divertente

Drifting Lands

Il sottogenere degli shoot’em up a scorrimento, (ovvero quei giochi dove si usa una navicella o un personaggio e si spara a qualsiasi cosa compaia, mentre la schermata scorre inesorabilmente) si è sempre ritagliato una sua personalissima fetta nel mondo dei videogiochi.

La maggior parte dei titoli che vi appartiene, però, sono dei cloni in pixel art di vecchie glorie, che puntano molto sulla nostalgia. Drifting Lands non lo è, nonostante la struttura di questi giochi sia intrinsecamente “vecchia”. Quello che Alkemi ha realizzato è uno svecchiamento totale del genere mantenendone però i punti di forza.

Recensione

In passato, ho trascorso parecchio tempo sugli sparatutto a scorrimento, probabilmente molti di voi lo hanno fatto anche solo sul leggendario Space Impact installato su Nokia 3310. Ammetto di averlo fatto fino alla nausea e infatti era da un po’ che non ne giocavo uno, anche a causa del fatto che le volte che ho provato a riprenderne uno mi sono trovato davanti una roba che sembrava essere uscita vent’anni fa.

Drifting Lands, invece, sfrutta la personalizzazione della navicella che utilizzeremo, unita a delle meccaniche di commercio e loot tipiche di giochi come Diablo, per restare fresco.

Ogni navetta delle 3 disponibili (ognuna con una designazione diversa, un po’ come le classi dei giochi di ruolo) ha diversi slot in cui posizionare gli oggetti che troveremo sul campo di battaglia o che acquisteremo nel negozio. Si può potenziare il motore, il propulsore, l’arma primaria e addirittura i tipi di armatura e modificarne il computer di bordo, oltre a molte altre personalizzazioni.

A questo si affiancano la parte delle abilità, attive e passive, che sono davvero tante e le statistiche, limitate invece a 3 e relegate a un ruolo di modificatori per i valori dei pezzi della navetta.

La personalizzazione e la continua scoperta di nuove parti innesca un meccanismo tale che ci invoglia a provare la nuova mitragliatrice o il nuovo scudo, o ancora l’abilità appena potenziata. Questo succede in modo naturale e genuino, perché comunque il gioco è divertente per sua natura e il livello della sfida è ben bilanciato. Infatti, la potenza della nostra nave determina anche il grado di difficoltà delle missioni, che cresce in base a quanto progrediamo nello sviluppo delle tecnologie.

Se perdiamo una missione in Drifting Lands, perderemo il carico e i guadagni raccolti fino a quel momento e alcuni degli oggetti potrebbero causare degli effetti negativi persistenti (in base agli eventuali difetti che hanno). Questo, solo se fra le abilità abbiamo la ritirata automatica. In caso non sia possibile ritirarsi, perderemo l’intera nave. Un sistema interessante di gestione del rischio, che mischia le carte in tavola senza essere troppo pesante.

In ogni caso, è difficile restare davvero frustrati dopo una missione fallita, giusto quel poco che basta per riprovarci utilizzando una strategia diversa, magari con strumenti più adatti.

Insomma, sembra proprio di parlare di un buon vecchio hack’n’slash, se non fosse per la parte shoot’em up! Beh, gli sviluppatori lo propongono proprio in questo modo: un gioco simile al succitato Diablo, ma con la parte di click frenetico rimpiazzata da uno sparatutto a scorrimento.

Gameplay

La sessione di gioco in sé è molto semplice: si parte, si spara, si superano tutte le parti del livello (certe volte, alcune sono facoltative ed è possibile terminare una missione prima di averle superate tutte) e si torna alla base, lì ci verrà consegnato il 10% dei crediti recuperati durante la missione.

In gioco bisogna stare attenti a 4 indicatori principali: scudi, salute, energia e focus. I primi due sono abbastanza autoesplicativi e si possono ricaricare con abilità od oggetti da raccogliere, mentre l’energia serve per attivare proprio le varie abilità. Il focus è una risorsa che può essere riempita in modo diverso per ognuna delle tre classi/navette, ad esempio fluttuando in una certa zona dello schermo o evitando di venire colpiti, e serve da moltiplicatore per il punteggio finale e per alcune abilità speciali.

I nemici sono quelli classici del genere: navette in formazione abbastanza facili da distruggere, stormi di piccoli robot deboli ma fastidiosi, mine, boss di fine e metà livello e chi più ne ha più ne metta.

Purtroppo, si può tenere una sola arma e questo limita un po’ la strategia di gioco, dal momento che i vari cannoni sono abbastanza diversi fra loro. Avere la possibilità di tenere almeno due di essi sarebbe stata decisamente più avvincente e strategica.

Ovviamente, lo dico per completezza, un controller è più che consigliato qui. È possibile giocare anche con il mouse ma non è il massimo. Purtroppo l’interfaccia è invece ottimizzata per l’uso con il mouse e non ho capito sinceramente questa scelta. Spostare il cursore con il mouse è davvero lento e alla fine della missione è bene averne uno a portata. Questo non è bene, perché soprattutto il gioco da divano ne risente particolarmente.

Trama

Altra differenza con i classici del genere è la forte presenza di una storia e di un mondo di gioco ben caratterizzato. In Drifting Lands, la terra si è frantumata, senza esplodere, ed ora è praticamente un ammasso di rocce che fluttuano all’interno della vecchia atmosfera, non si sa come, a causa di un cataclisma non meglio precisato. In qualche modo che non ci è dato sapere (ehm…), l’umanità è incredibilmente sopravvissuta su queste rocce fluttuanti e adesso vive in una nave volante chiamata “L’Arca“.

Il giocatore impersona… qualcuno (giuro, per la prima decina di missioni non si sa nulla di nulla) che a quanto pare ha fatto delle cose poco belle e viene, per cause di forza maggiore, messo su di un caccia per combattere le forze del male, ovvero le megacorporazioni della vecchia terra che si sono trasformate in regimi dittatoriali. Vi confesso che non ho capito su chi dovrebbero governare, dal momento che la maggior parte dei pochissimi umani rimasti sono all’interno di questa Arca.

Prima, durante e dopo le varie missioni ci sono molti intermezzi di trama, che sinceramente potevano essere evitati. I personaggi che incontriamo e i loro dialoghi sono farciti di cliché in un modo irritante. Parlano di dettagli ed eventi in modo vago appositamente per dare la sensazione di essere in un mondo vivo e pieno di mitologia… peccato che venga fatto in modo forzato e davvero poco ispirato. Oltretutto, i dialoghi sono proposti nella formula che personalmente mi infastidisce maggiormente: i personaggi compaiono come artwork immobili sullo schermo mentre i loro (lunghi e noiosi) discorsi vanno letti nel box che compare sotto, insomma come nei JRPG. Come se non bastasse questi disegni riescono ad avere al massimo due espressioni, che cambiano a seconda di ciò che succede durante i dialoghi… Quindi durante un attacco, il personaggio con cui parliamo passa dall’essere arrabbiato all’essere tranquillissimo, nonostante stia urlando di correre alle navi il prima possibile.

Non voglio infierire ulteriormente, ma dal momento che gli sviluppatori si sono sforzati tanto nell’inserire una trama totalmente non necessaria, beh, sarà bene parlarne, no?

Drifting Lands era ben caratterizzato già con il solo design estetico, l’inserimento dei dialoghi lo rende più pesante del dovuto. Avrei preferito una narrazione anche un po’ più criptica, magari avvicinandosi a titoli come The Final Station.

Grafica

I vari livelli sono una mescolanza ben riuscita di grafica 2D e 3D. La qualità artistica di disegni e concept è davvero elevata e anche abbastanza originale. Certo, si possono leggere tra le righe tante influenze, ma sono ben mescolate e lo studio dei colori aiuta a far spiccare questa originalità.

Nota di merito va alla resa dei combattimenti. Solitamente in questi giochi è facile trovarsi in un bullet hell, ovvero quei momenti in cui non si capisce più nulla perché lo schermo è completamente invaso dai proiettili nostri e dei nostri nemici. In Drifting Lands è sempre ben chiaro dove sia il nostro velivolo e dove sono i bersagli.

In conclusione

Se vi piacciono i GDR hack’n’slash e gli shoot’em up, e siete particolarmente appassionati dell’uno o dell’altro genere, Drifting Lands è un gioco che vi consiglio caldamente. È divertente e vi invoglia costantemente a continuare a giocare, riuscendoci, fra l’altro. Mi ha ricordato molto lo Stargunner di Apogee con cui condivide la meccanica della personalizzazione, sebbene in quest’ultimo fosse discretamente ridotta.

La storia poteva tranquillamente essere lasciata da parte. Sembra che i creatori abbiano voluto tentare eccessivamente di creare delle vicende interessanti, senza avere i numeri per farlo. Rendere la trama una scoperta delle vicende che avevano portato alla situazione attuale sarebbe stato forse più avvincente e addirittura avrebbe alzato l’asticella della qualità, al contrario di ciò che è successo.

Nonostante i difetti, che restano comunque sul contorno, questo è un titolo molto valido, che merita un seguito, più che un eventuale espansione di contenuti, migliorato e potenziato. A quel punto potrebbe davvero diventare un classico del genere e una hit videoludica.

Prezzo

Drifting Lands è disponibile su Steam per PC e Mac OS X al prezzo di 18,99€

Nerdando in breve

Prendete Diablo e toglietegli il mouse, aggiungete uno shoot’em up fantascientifico dall’ambientazione ispirata e avrete ottenuto Drifting Lands, un gran gioco dalle ampie possibilità.

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