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Doctor Who – Stagione 10 Episodio 2: Smile

Doctor Who Stagione 10 Episodio 2

Il Dottore è tornato, annunciavamo meno di una settimana fa. E dopo l’eccezionale pilota della decima stagione tocca al secondo episodio, dal titolo Smile.
Teatro di questo (altrettanto) splendido episodio è nientemeno che Valencia: la ciudad de la artes y ciencias progettata dagli architetti Santiago Calatrava e Félix Candela è forse la più “aliena” opera dell’uomo visibile sulla Terra e la produzione ha pensato di usare questo ambiente già fantascientifico di suo per il set della colonia umana nello spazio.

Recensione

Siamo al “primo” viaggio ufficiale di Bill, nuova companion, all’interno del TARDIS. Classica la domanda: “passato o futuro?” che è uno dei momenti chiave tanto amati dagli whovian quando viene introdotto un nuovo personaggio al viaggio nel tempo (un po’ come l’altrettanto classico “è più grande dentro” che dà il la al rapporto col Dottore). Bill sceglie di andare nel futuro per scoprire se ci aspetta un futuro felice. Già questo ci dice molto sul personaggio di Bill.
Giunti nella colonia umana, i due scoprono un mondo popolato dai così detti Emojibot, robot antropomorfi che comunicato attraverso “faccine” il cui unico scopo è assicurarsi la felicità dei coloni. Purtroppo, come scopriranno a breve i due protagonisti, i robot sono fin troppo zelanti nel perseguire il loro scopo.
Da questo incipit nasce un episodio abbastanza lineare, con scoperte e rivelazioni via via più sconcertanti fino ad un finale assolutamente “classico” per la serie, con il Dottore che non solo risolve la situazione, evitando un conflitto sanguinoso, ma costringe le parti a fare un salto evolutivo e culturale forzato, in pieno stile Who: non basta adattarsi per sopravvivere, occorre cambiare e accettare il diverso per vivere felici.

Smile è un episodio cruciale, per l’economia della decima stagione. Come detto abbiamo il primo impatto di Bill col TARDIS ed è l’occasione per scoprire di che pasta è fatta questa ragazza. Giovane e spigliata, eppure decisa ed emozionale. Bill non tarda a mostrare la sua faccia e contribuisce a far fare un salto avanti all’intera serie: la vediamo farsi selfie sul pianeta alieno, ma anche porre domande che nessuno aveva mai osato chiedere al Dottore. Perché sul TARDIS non c’è un volante? Perché le sedie sono così lontane dai comandi? Ammettiamolo: sono domande fin banali, ma nessuno le ha mai poste perché se al Dottore la console va bene così, allora è così che deve essere.
Non per Bill, però. E non è certo un caso se alla fine la vediamo sviscerare uno dei motori profondi che anima il Dottore. Lui non è un poliziotto, anzi, come lui stesso dice, è qualcosa lontanissimo dall’esserlo. Però viaggia in una cabina della polizia che riporta l’indicazione “consigli e assistenza immediati per chiunque”. Perché è esattamente questo quello che fa: viaggia e risolve situazioni, per il semplice fatto che lui può farlo.

Ma questo episodio è importante anche per i continui rimandi al passato della serie. Come già detto nell’articolo della scorsa settimana, Steven Moffat sa il fatto suo e ha aperto un dialogo diretto con gli spettatori. Chiunque abbia seguito le vicende di Undici avrà riconosciuto al volo l’autoritratto di Van Gogh: non del “vero” artista fiammingo, ma di Tony Curran, l’attore che lo interpretò nello splendido episodio Vincent and the Doctor, della quinta stagione. Avranno sicuramente riconosciuto la battuta sugli scacchi e sulla mossa speciale che fa vincere al Dottore ogni partita; e che dire della splendida battuta sulla Scozia? Ancora rimandi al Dottore di Matt Smith, per gli whovian è un vero viaggio emotivo nella memoria storica della serie.

Sono molte le cose che emergono in Smile: è un episodio molto intimo, con il Dottore e Bill protagonisti assoluti per quasi l’intera durata; un episodio particolarmente “lento”, rispetto ai canoni attuali, forse un rimando alla serie classica: assistiamo in pratica ad un lunghissimo dialogo tra i due personaggi. È l’occasione per scoprire un nuovo lato del carattere del Dottore: anni luce distante dal burbero distaccato che abbiamo conosciuto post generazione (ricordate i bigliettini da anaffettivo in stile Sheldon Cooper che preparò per lui Clara?) e che invece mostra un volto più empatico, più propositivo.
In particolare, però, ho apprezzato il finale dell’episodio con un cliffhanger diretto al prossimo, cosa che non accadeva probabilmente da molti anni.

Considerazioni finali

Smile non è certo quello che si può dire un episodio travolgente, di quelli fanno stare in punta di sedia col fiato sospeso. Tuttavia è un episodio bellissimo, intimo ed emozionante, che ci aiuta a comprendere meglio le personalità dei protagonista in attesa di momenti più concitati che termineranno, come sappiamo, con il saluto definitivo di Peter Capaldi alla serie.

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