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Torment: Tides of Numenera – Un miliardo di anni nel futuro

Torment: Tides of Numenera

Recensione

Ci sono parole che danno vita, da sole, a tempeste di emozioni e ricordi senza fine. Parole che evocano immagini di battaglie epiche, scontri titanici, destini intrecciati in diversi piani dell’esistenza. Una di queste parole è Torment, che dopo aver posto una pietra miliare con Planescape, torna nel suo seguito spirituale con Torment: Tides of Numenera.

Trama

Un miliardo di anni nel futuro un uomo trovò il modo di sconfiggere la morte. Nella sua folle ricerca scoprì un’antica tecnologia che gli consentì di trasferire la propria coscienza di corpo in corpo, garantendosi così l’immortalità. In seguito a questa capacità di cambiare forma, venne chiamato Dio Mutevole, capace di vivere una vita dopo l’altra, all’infinito. Tuttavia i corpi che abbandonava non andavano perduti, anzi: all’interno di essi nasceva una nuova coscienza, viva e autonoma.

In principio il Dio Mutevole raccolse a sé tutti i corpi lasciati indietro, come se fossero stati figli. Col passare del tempo tuttavia, egli mutò carattere, diventando distante e cinico, fino alla tirannide nei confronti delle creature che aveva generato. Ma la sua immortalità risvegliò un mostro anche peggiore: il Dolente, un guardiano a caccia del Dio Mutevole e dei suoi dimessi, allo scopo di spazzarli via e ripristinare l’equilibrio.

Ed è qui che entriamo in gioco noi, o meglio: precipitiamo. Noi che siamo solo l’ultimo dei dimessi del Dio Mutevole, prendiamo coscienza nel momento in cui cadiamo sulla terra, ed ha così inizio la nostra storia.

Torment: Tides of Numenera ci proietta nell’universo creato dal genio di Monte Cook, nome ben noto agli amanti di Dungeons & Dragons e che ha avuto la brillante idea di creare un mondo antico proiettato nel futuro, un universo in cui passato e presente si fondono; dove umani, automi e mutanti coesistono con tecnologie capaci di creare tatuaggi viventi, aprire portali verso altri universi e mettere in contatto con alter ego trans-dimensionali. Numenera è un’opera visionaria immane, che rifugge le facili classificazioni, in un mash-up tra fantasy, cyberpunk e chi più ne ha più ne metta. Un mondo in cui la tecnologia del passato è talmente futuristica da potersi facilmente confondere con la magia.

Aggirandoci in questo universo mutevole, scopriremo presto che le nostre azioni e le nostre parole sono pesanti come macigni: contribuiremo a plasmare Numenera con le nostre scelte, volta per volta; scelte che dovremo portare avanti con noi fino alla fine, perché modelleranno il mondo in modo permanente andando a comporre la nostra stessa storia.

Ma in che modo avviene questa modellazione? E cosa sono le “Tides” del titolo? Possiamo tradurle come correnti o maree: sono Forze che influenzano tutti gli abitanti presenti nel gioco, protagonista incluso. Forze invisibili identificate da cinque colori (blu, oro, indaco, rosso e argento) che rappresentano emozioni, convinzioni e azioni. Ogni atto o scelta morale che faremo nel gioco cambierà la nostra relazione con una di queste Forze, andando a contribuire con il processo di trasformazione di noi stessi e del mondo attorno a noi.

Torment: tides of Numenera

Gameplay

Siamo in un gioco di ruolo vecchia scuola, e la prima scelta da fare è quella del nostro personaggio: maschio o femmina? Stregone o guerriero? Ma queste scelte non sono che l’inizio. Ben presto avremo modo di fare la conoscenza di nuovi personaggi e di come potranno diventare nostri compagni di viaggio, contribuendo con le loro caratteristiche alla risoluzione degli enigmi, delle quest, delle prove che incontreremo a dozzine lungo il nostro cammino. Ma siamo noi a scegliere il nostro stile di gioco, chi portare con noi e chi no, quali prove affrontare e quali evitare.

Come gli stessi sviluppatori hanno dichiarato, è letteralmente impossibile vedere tutto il gioco in una sola run: Torment: Tides of Numenera è un titolo che va giocato ancora e ancora, ricominciato da capo allo scopo di fare scelte morali totalmente diverse, cercando di scoprire tutto quello che nasconde.
Naturalmente ci sono incantesimi, tecnologie mirabolanti, combattimenti corpo a corpo (tutto gestito a turni, come tradizione vuole). Ma il vero punto di forza di questo titolo è la parte narrativa. Viaggiare per Numenera è come leggere un enorme tomo composto da centinaia di storie, e potremo interagire con ognuna di esse.

Storytelling e libertà sono i marchi di fabbrica di questo titolo: l’avanzamento e l’evoluzione del mondo è quasi in tempo reale, quando dormiremo gli eventi procederanno per conto loro, magari facendoci fallire delle quest; oppure una singola prova potrà dare esiti inattesi e vantaggiosi proprio quando la si fallisce: insomma, nulla è scontato, tutto è da scoprire con calma e immersione.

Comparto tecnico

Correva l’anno 2013, quando inXile Entertainment, reduce delle fatiche necessarie a portare nelle nostre case quel capolavoro di Wasteland 2, scommise con tutti i fan del genere di avere i numeri per poter dare vita ad un nuovo capitolo di Torment. Per farlo si affidò ad una campagna Kickstarter da 900 mila dollari. La campagna andò discretamente bene, se pensate che la cifra richiesta venne raggiunta in appena sei ore, per concludersi poi con la ragguardevole somma di oltre 4 milioni di dollari.

Con un budget così vasto gli sviluppatori hanno potuto dedicarsi alla creazione di un universo incredibilmente ampio e complesso, con migliaia di personaggi, centinaia di quest, e praticamente infinite possibilità da vivere all’interno del gioco.

La visione isometrica dall’alto che abbiamo imparato a conoscere e amare fin dai tempi di Baldur’s Gate, qui è ripresa e arricchita da dettagli magnificamente disegnati, fondali ricchi di particolari mai uguali tra loro e una società vivace che affolla il mondo.

Torment: tides of Numenera

Come molti sapranno c’è una nota dolente: manca completamente la localizzazione italiana. Poco grave per quanto riguarda il parlato, anche capolavori come The Witcher 3 sono ottimamente recitati in inglese, e perfettamente godibili grazie ai sottotitoli; tuttavia nel caso di Torment: Tides of Numenera non abbiamo la localizzazione nemmeno per quanto riguarda i sottotitoli del parlato, né dei testi. E se normalmente incoraggio la fruizione del materiale inglese anche a noi poveri e bistrattati italiani, in questo caso non ho cuore di spingervi a cimentarvi in un’impresa così titanica. La quantità di testi da leggere, di discorsi da seguire, di frasi da scegliere, di opzioni per instradare uno stile di gioco che si basa profondamente sullo storytelling, è tale che se non maneggiate l’inglese come la vostra lingua madre, avrete sicuramente dei grossi problemi a godervi il titolo. Non sto parlando di alcune linee di dialogo facilmente aggirabili con un po’ di pazienza, parlo di qualcosa come 1,2 milioni di parole.

Bastano cinque minuti di gioco in cui saltiamo le conversazioni o rispondiamo a caso per rovinare definitivamente l’esperienza, trovandosi in un labirinto in cui non si sa più cosa fare e come. E il gioco è in un continuo crescendo di complessità e intrecci narrativi.

La cosa che lascia più l’amaro in bocca è che gli sviluppatori avevano promesso la localizzazione italiana, durante la campagna; tuttavia, una volta vista l’imponenza del titolo che stavano realizzando, hanno preso la decisione di tagliare la nostra lingua dal prodotto finito. La ragione? Wasteland 2 era stato tradotto grazie alla Community, ma per Torment hanno deciso di affidarsi ad un team professionale e le stime di vendita, nel vecchio Stivale, erano tali da non giustificarne il costo.
C’è sempre la possibilità di un futuro aggiornamento, con l’implementazione dell’italiano, ma nulla è sicuro.

Torment: Tides of Numenera è disponibile per PC, PlayStation 4 e Xbox One al prezzo di 49,99 Euro.

Trailer

Nerdando in breve

Un gioco complesso, titanico, che rappresenta una vera sfida. Forse troppo, forse per pochi eletti in grado di apprezzarlo fino in fondo.

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