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#NerdandoConsiglia: Chang Cheng

Chang Cheng

Nel mondo dei giochi da tavolo, spesso, il “german” è quella macchina da guerra brucianeuroni che può tenervi incollati per 3 ore al tavolo, uno di quei giochi in cui la strategia è fondamentale, e la componente aleatoria minima. E se vi dicessi che esiste un gioco dalle meccaniche semplici, dalla durata breve, con uno stile grafico impeccabile, adatto a tutti e altamente strategico? Beh, quel gioco esiste e si chiama Chang Cheng.

Creato dall’italiano Walter Obert, in Chang Cheng impersoniamo quattro architetti dell’antica Cina, ai quali l’imperatore ha affidato il compito di costruire la Grande Muraglia per tenere fuori i barbari Mongoli dai territori cinesi. Se le mura a protezione di una regione saranno in maggioranza costruite da noi, guadagneremo punti, ma dobbiamo stare attenti, perché alla fine della partita i barbari arriveranno e ci faranno perdere punti se troppe delle nostre mura saranno esposte agli attacchi nemici!

Ogni partita si svolge infatti in due fasi: la prima, più lunga, vedrà i giocatori cercare di ottenere la maggioranza di mura costruite su ogni regione, aiutandosi con il piazzamento di carte o pezzi speciali. Ad ogni regione completamente protetta dalla muraglia, l’imperatore verificherà il lavoro svolto ed elargirà ricompense (ovvero il premio in punti) all’architetto che ha protetto maggiormente la zona. Man mano che il gioco avanza, nuovi pezzi di plancia vengono aggiunti, finché la muraglia non è completa. A quel punto arriva la seconda fase, l’attacco dei Mongoli, che toglie punti a coloro che hanno la maggioranza di mura sulle regioni, questa volta, barbare. I due tipi di regioni non sono coincidenti, quindi la maggioranza di un giocatore può valere su un lato e non sull’altro.

Tutti hanno la stessa dotazione di carte e pezzi speciali, che aiutano a modificare molte delle variabili in gioco e a ostacolare gli avversari. Dal momento che non ci sono tiri di dado o alcun tipo di pesca, si capisce subito che la fortuna in Chang Cheng è pressoché ininfluente e dopo le prime partite ci si rende conto che quello che sembra un semplice “filler” da una mezz’ora di gioco, permette in realtà di giocare con dei livelli di strategia più alti.

A rendere ancora più agguerrito il tutto, il gioco include anche degli obbiettivi opzionali da verificare a fine partita, come ad esempio la sequenza più lunga di mura del proprio colore, il numero di carte giocate, eccetera.

Chang Cheng non è facilissimo da trovare, ma è senza dubbio un interessante mix fra un gioco ad alto impegno cerebrale e un gioco facile e veloce.

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