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In Between – L’elaborazione del lutto è un puzzle


Negazione. Rabbia. Contrattazione. Depressione. Accettazione.
Che la morte sia una cosa con la quale, prima o poi, tutti dovremo confrontarci è cosa nota. Altrettanto nota è la teoria dell’elaborazione del lutto, con le sue fasi da vivere e superare prima di completare il viaggio interiore e scendere a patti con l’ineluttabilità del destino. In Between parte da questo affascinante concetto, e ci mostra il viaggio mentale di un uomo colpito da un destino crudele: dopo aver ricevuto la notizia di essere malato terminale, il protagonista affronterà un percorso interiore, in cui ripercorrerà le tappe della propria vita, affrontando le proprie paure, i ricordi più dolorosi, i momenti felici, scendendo a patti con se stesso e con la malattia che l’ha colpito.

Dopo essere uscito su PC, e aver fatto incetta di premi, l’interessantissimo puzzle-game In Between approda quindi sulle nostre console, pronto a farci vivere un folle viaggio nella mente del protagonista, un viaggio nel quale le leggi della fisica non valgono e la dimensione onirica prende sempre più il sopravvento su quella reale.

Da grande appassionato di psicologia (e di puzzle game), non mi sono lasciato sfuggire questo gioiellino non appena terminato il porting verso Xbox One. Le dinamiche, fin dai primi trailer, mi hanno ricordato da vicino un insieme di altri titoli, dal visionario Braid fino al bellissimo The Bridge. A farla da padrona, però, è l’atmosfera che il gioco genera: la sensazione di essere immersi in un mondo alieno e ostile è fortissima; così come l’esplosione dei ricordi è capace di far saltare sulla sedia: proprio mentre siamo concentrati a superare un particolare ostacolo, o abbiamo l’ombra alle calcagna, ecco apparire dal nulla un ricordo fortissimo, violentissimo. Esattamente come accade nella vita reale, in cui anche memorie apparentemente perdute si riaffacciano con prepotenza nei momenti più inattesi. La resa è splendida, l’impatto è emotivamente devastante.

Immedesimarsi è un attimo, più difficile invece staccarsi, voltar pagina e metter via il gioco. Esattamente come è difficile affrontare un lutto, così è difficile archiviare questo gioco. Anche dopo aver posato il controller, mi sono trovato a ripercorrere con la mente le esperienze del protagonista, con un senso di stretta allo stomaco che è complesso descrivere a parole, ma che chiunque si sia perso tra le pagine di un buon libro, conosce alla perfezione.

Al termine della mia prima sessione di gioco vengo ricompensato con il superamento della prima fase del lutto: la negazione. Ora sono pronto ad immergermi nella seconda, e so già che anche io dovrò affrontare un viaggio impegnativo ed emotivamente sfibrante, prima di arrivare a quella successiva.

In Between è impreziosito graficamente da un tratto deciso ma pulito, da animazioni soffici e delicate, da una colonna sonora coinvolgente, martellante, immersiva al punto da renderla parte degli scenari in cui veniamo proiettati. Il coinvolgimento con la storia e le dinamiche (per altro semplicissime) di gameplay fanno letteralmente scomparire il mezzo; scompare il pad, scompare la console, scompare il monitor: siamo noi e la storia, in una sorta di dicotomia senza soluzione di continuità. In Between mi ha fatto rivivere anche le mie emozioni private e personali, andando a toccare corde che non credevo un gioco potesse mai fare. Se lo giocherete, lasciate aperta la porta: lasciatelo entrare e lasciate che vi pervada. Solo così si riesce a cogliere il profondo significato del nome: “nel mezzo” di quel che ci succede, momento per momento, eternamente in contrattazione con noi stessi. Tra la vita e la morte, certo, ma anche tra felicità e tristezza, tra futuro e passato: un eterno “presente” dinamico in cui è impossibile fermarsi, un divenire costante che è il succo dell’esistenza umana stessa, è quel che ci rende uomini.

Per pura combinazione, ho affrontato questo gioco in un momento di lutto della vita reale. Non voglio dire che mi abbia aiutato nel mio personale percorso di elaborazione del lutto, tuttavia ho apprezzato moltissimo la sensibilità e la delicatezza con cui i ragazzi di Gentlymad hanno affrontato un tema così universale e così difficile. La morte non viene ridicolizzata o sminuita dalla trasposizione in un videogame, anzi: In Between offre un modo intelligente di affrontare il dramma della scomparsa dei propri cari.


Nerdando in breve

In Between ci prende per mano e ci aiuta a vivere i nostri lutti con la determinazione necessaria a superarli.

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