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Wasteland 2 Director’s cut – Il ritorno del gioco di ruolo old school

Wasteland 2

Wasteland 2

Ci sono persone appassionate di giochi di ruolo. Ci sono persone appassionate di fantascienza. Ci sono persone appassionate di setting post-apocalittico.
Ci sono poi giochi che riescono ad unire queste tre passioni e dare vita ad un titolo unico, di enorme spessore e complessità come non mai. E questo gioco si chiama Wasteland.
Era il 2014 quando, dopo oltre vent’anni di attesa, appare il seguito del premiatissimo Wasteland. Prospettiva isometrica, creature mutanti gigantesche e party sci-fi/far west ruvido e duro. Oggi, ad un anno di distanza, approda su console il porting rivisto, ridipinto e corretto del titolo di inXile Entertainment.

Wasteland 2, come detto, ha un’ambientazione post apocalittica, con deserti radioattivi da attraversare e infiniti pericoli per il nostro party.
Occorre precisare subito che non è gioco per tutti: allestire un party casuale e buttarsi nella mischia equivale a morte certa. Ci sono (letteralmente) centinaia di linee di dialogo da leggere, documentazioni da studiare, missioni da pianificare nei minimi dettagli e personaggi da limare per ore prima di poter essere veramente pronti ad affrontare i pericoli del mondo.
L’ottimo recitato inglese è sicuramente una festa per chi mastica la lingua, ma può essere uno vero scoglio per tutti gli altri (che magari non vogliono leggere tonnellate di sottotitoli), eppure le conversazioni con gli NPG sono uno dei cardini del gioco: se avete la tendenza a skippare i dialoghi, questo decisamente non è un gioco che fa per voi.

Tuttavia, se siete appassionati delle avventure lunghe e complesse, amate la strategia e la pianificazione, le trame articolate, la modellazione dei caratteri, Wasteland 2 offrirà pane per i denti dei giocatori hardcore più esigenti.
Dal punto di vista del gameplay torniamo nel classico isolineare dall’altro: nato per il click del mouse, offre la classica osticità al joypad, sebbene la possibilità di ruotare la visualizzazione a 360 gradi aiuti molto.
Ma i punti di forza di questo titolo, come detto, restano la sua complessità e il suo spessore: è un gioco che impegnerà per più di 100 ore e quindi da affrontare cum grano salis, ma anche per questo capace di regalare enormi soddisfazioni a chi non si farà atterrire dalle vastità del deserto radioattivo di Wasteland 2.

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