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Due chiacchiere con: Luigi Bigio Cecchi (Drizzit – The Author)

Bigio ed il suo Drizzit

Bigio ed il suo Drizzit Card Game

Luigi “Bigio” Cecchi si descrive così sul suo blog:

Luigi Cecchi, meglio noto in molti ambienti con il nome di Bigio, è un noto criminale, che si spaccia per Disegnatore, Fotografo, Fumettiere, Scrittore e qualche volta anche come Master di D&D. Per coprire la sua vera attività (contrabbando di post-it usati) utilizza la copertura di un negozio di fumetti, di una ludoteca (la Gilda del Drago Nero) e di un orsacchiotto di peluche che ne sa molto più di lui. Ma la verità è che Bigio in realtà è un calzone ripieno di mozzarella e amore, che non vuole fare altro che esplodere per inondarvi della sua gioia. Questo nei giorni in cui fa effetto il Prozac.

Già con queste poche parole è possibile comprendere la simpatia e la fantasia ma anche la professionalità di Bigio, che è un artista a tutto tondo: scrittore, sceneggiatore, disegnatore, giocatore di ruolo dalle ampie vedute e tante altre cose fighissime sparse. Bigio è uno degli esponenti della Shockdom più attivi, e la sua pagina di Drizzit, fumetto fantasy composto da strisce pubblicate ogni giorno, conta ormai quasi 35.000 like, per non parlare del progetto settimanale The Author e dei due nuovi giochi marchiati Drizzit da poco disponibili: il GdR cartaceo (edito dalla Mini G4m3s) e il Gioco di Carte collaborativo (edito dalla Post Scriptum in collaborazione con la Shockdom stessa e distribuito dalla Raven). Ho incontrato Bigio durante il Ludicomix 2015 (qui potrete trovare il mio articolo su questo bell’evento) e abbiamo scambiato due chiacchiere in simpatia.

Giandomenico: Ciao Bigio, e innanzitutto grazie per l’intervista ma soprattutto per i tuoi lavori artistici! Drizzit e The Author sono ormai dei fumetti cult, sia per il popolo di Facebook, sia per gli appassionati del “cartaceo”, dato che ormai i tuoi volumi sono in vendita pressoché ovunque. La vera domanda è: ma come fai ad avere sempre così tante idee originali in testa, considerando la mole della tua produzione che, lo ricordo con piacere, ogni giorno ci propone una nuova striscia di Drizzit, e ogni settimana una intera “puntata” di The Author?
Bigio:
In realtà oltre alla striscia quotidiana di Drizzit e a The Author: porto avanti anche “M” come sceneggiatore (i disegni sono di Manu Tonini, e i colori di Albo Turturici), inoltre scrivo libri (a settembre uscirà la mia raccolta di racconti, “Il Karma del Pinolo” edito da Del Vecchio Editore); poi sono co-creatore sia del gioco di carte che del gioco di ruolo e ho in cantiere nuove espansioni e supplementi per entrambi; infine ci sono una marea di altri progetti in fase di decollo, alcuni più piccoli altri più corposi. Insomma mi do parecchio da fare, ma è il minimo se voglio che questo sia il mio lavoro, cioè se voglio che a fine mese riesca a portare a casa abbastanza da viverci. La verità è che sono testardo, e mi sono convinto che posso fare questo nella vita, e siccome ci credo fermamente, il resto viene da sé.

G: Se dovessi usare un massimo di tre parole per descrivermi Drizzit e altre tre parole per The Author, cosa sceglieresti?
B: Drizzit è una comic strip fantasy, the Author è un webcomic diversamente autobiografico.

G: E se fosse Wally a doverci dare tre parole per Drizzit? E Melpy per The Author?
B: Wally non esiste! Che domanda buffa. Melpy invece dice che The Author è un frutto distorto del mio ego. Non le chiederò di riassumere il concetto in tre parole, già è tanto che abbia risposto.

G: I tuoi personaggi sono simpatici e mai banali – complimenti! Dai feedback che ricevi dai tuoi fan, quali sono quelli più apprezzati? E quali i più “odiati”?
B: Non saprei, ultimamente siccome Drizzit si sta evolvendo in un fumetto con una trama un po’ più strutturata e con diversi intermezzi narrativi, personaggi che hanno un’impronta più “fumettistica” come Baba Yaga, Greta o Dorna stanno risalendo la classifica dei preferiti. Agli esordi, Dotto e Wally erano di certo i più amati. Da notare che i personaggi femminili sono quelli che più guadagnano punti durante gli intermezzi narrativi, quelli maschili invece ottengono più consenso in quelli comici. Katy e Drizzit sono due eccezioni: Katy scala le classifiche in entrambi i casi, Drizzit mai. Il più odiato è di sicuro Re Giorgino.

G: Parliamo di Drizzit: ormai ti sei lanciato nel mondo games (spero senza farti male)! Hai co-prodotto il GdR e il Card Game, scelte coraggiose ma di sicuro soddisfacenti. Ci descrivi, in breve, il GdR?
B: Sì, beh… “co-prodotto” è un termine un po’ bizzarro. Nel caso del GdR ho fornito ai ragazzi di Mini Games Studio una base (cioè un prototipo del gioco di ruolo di circa 30 pagine) e loro ci hanno lavorato su fino a trasformarlo in un manuale di 200 e passa pagine. Durante la stesura del GdR sono stato consultato spesso come supervisore, ma non ho partecipato come autore, tranne in alcune sezioni specifiche. Il sistema è un D20 System ridotto, semplificato e altamente personalizzabile, che usa il D12 al posto del D20. Si potrebbe battezzare “D12 System” quindi! Lo scopo era creare un prodotto che avesse il flavour di un D&D classico ma che fosse invece proiettato verso una narrazione scanzonata e umoristica, cioè fedele allo spirito del fumetto.

G: A chi lo consiglieresti?
B: Lo consiglierei soprattutto agli amanti del fumetto. Chi legge Drizzit ha buone ragioni per comprarlo anche se non gioca di ruolo: le prime 30-40 pagine descrivono l’ambientazione andando oltre quanto viene detto nelle strisce e rispondendo a molti quesiti sul mondo di Drizzit che forse nel fumetto non avrò mai modo di approfondire. E poi ci sono un sacco di miei disegni fichissimi! …in secondo luogo lo consiglierei a chi non ama i regolamenti complessi e con tante regole, rigorosi e bilanciatissimi, perfetti per i power player ma meno per chi vuole solo raccontare bellissime storie e divertirsi. Il GdR di Drizzit non è un GdR completamente narrativo, ha comunque un impianto di regole precise ispirate come ho detto al D20 System, ma è molto personalizzabile, molto adattabile alle esigenze dei giocatori e del narratore. Tra l’altro, sulla pagina di Drizzit, ho iniziato a pubblicare ogni lunedì varianti di meccaniche di gioco, regole avanzate, schede, avventure gratuite, materiale extra… insomma credo che nel suo piccolo sia uno dei GdR più supportati del momento.

G: E invece che ci dici del Card Game? Sarà adatto anche alle capre mannare meno avvezze a maneggiare carte e segnalini?
B: Sì e no. Drizzit GdC non è un party game, né un gioco di quelli semplici, con due regole in croce, fatti solo per divertirsi senza troppo pensiero (cito Munchkin e Sì, Oscuro Signore come esempi di giochi di carte molto diversi da Drizzit). Il gioco di carte di Drizzit è un collaborativo ben strutturato in cui ogni giocatore gioca con un personaggio del fumetto e tutti insieme si cerca di arrivare alla fine del gioco. Il gioco, in pratica, è l’avversario: genera continuamente e casualmente nemici, trappole e eventi avversi che il gruppo deve superare insieme. Lo scopo è far fuori tre boss, che variano a seconda dell’avventura che si sceglie (nella scatola base ci sono tre set-avventura diversi da affrontare). Insomma, non prendetelo alla leggera! (confermo, ndGiando)

G: L’ho appena comprato al Ludicomix: fra quanto tempo dovrò riaprire il borsellino per un’eventuale espansione?
B: Sia per il GdR che per il GdC sono in uscita le prime espansioni proprio in questi giorni. Per il gioco di ruolo uscirà “Gli Oscuri Segreti del Bosco di Topple” mentre per il gioco di carte è in uscita “Draghi, Spose e Coccole Estreme”. Entrambi i prodotti saranno presentati in anteprima al Romics e al Play di Modena.

G: A quale dei due giochi sei più affezionato? E quale dei due ti fa battere forte il cuore quando ci giochi?
B: Del Gioco di Carte sono co-autore, quindi ogni volta che ci gioco provo la soddisfazione di vedere che le carte funzionano, che si creano sfide interessante, che il meccanismo è divertente. Insomma sono soddisfatto del lavoro svolto. Però sono un giocatore di ruolo prima che un giocatore di giochi da tavolo, e giocare di ruolo per me è uno dei modi più divertenti di passare il tempo, quindi non posso non divertirmi come un matto ogni volta che arbitro una partita al GdR di Drizzit!

G: E a quale gioco sarebbe affezionato Alonso?
B: Alonso non ama i giochi di Drizzit, preferisce passare il tempo guardando i porno su internet.

G: Per concludere, passiamo agli spoiler: ne voglio due, uno su Drizzit e uno su The Author! Non mi ritengo responsabile di ciò che scriverai, sia chiaro!
B: Per Drizzit posso anticipare che nella sceneggiatura di questa serie, verso la chiusura, muoiono 3 personaggi dei 10 e mezzo nominati nel titolo. Si accettano scommesse (che partiranno non appena si scoprirà chi sono i 10 e mezzo). Per quanto riguarda The Author non ho una sceneggiatura così dettagliata da poter anticipare molto, però posso dirvi che entro quest’anno conoscerete Telsinoe e Cefiso.

G: Lo so, è una domanda canonica… Progetti futuri?
B: Sto lavorando a un nuovo fumetto, a un calendario, e a diverse altre cosette.

G: Scherzavo quando parlavo di concludere: ora è il momento di parlare di Bigio!
B: Questa intervista sarà divisa in due parti, vero? Perché comincia ad avere la lunghezza di un papiro persiano.

G: Come puoi intuire dal nome del nostro sito, qui circola un po’ di gentaglia che si definisce nerd. E tu? Ti senti nerd?
B: Chi si definisce nerd nella maggior parte dei casi lo fa impropriamente. Il nerd è uno che ha studiato e ha una cultura in un campo, non è semplicemente un appassionato. Per dire, sfondarti di videogiochi non ti rende un nerd. Sei un nerd se i videogiochi li sai programmare, se ti assembli il computer da solo e se disquisisci di quale scheda madre sia più performante. Altrimenti sei un geek, ovvero uno a cui piacciono da morire certe cose. Ecco, io mi definirei più un geek, cioè uno che ha molte “passioni” e “hobby” particolari.

G: Quali sono le tue passioni nerd?
B: “Colleziono spore, muffe e funghi” (cit.)

G: Che rapporto hai con i videogames? Ti piacerebbe realizzare anche il videogame di Drizzit? (Nel caso, ti prego, fallo solo per Ps4 così gli altri membri della redazione rosicheranno tantissimo)
B: Mi piacerebbe ma richiederebbe una mole di risorse, dal punto di vista di soldi e di tempo, che al momento non possiedo e non sono in grado di investire in un progetto del genere.

G: Personalmente ho apprezzato non poco le citazioni cinematografiche presenti in The Author (tipo quella in cui elaboravi il lutto nei confronti di Pacific Rim). Qual è il tuo rapporto con il cinema, ti senti un nerd cinematografico? Hai un genere preferito? 
B: In questo caso il termine “nerd” è appropriato perché non solo mi piace andare al cinema, ma l’ho anche studiato. Ho seguito un corso di critica e estetica del cinema e letto un sacco di libri di cinema. Ho anche scritto recensioni per un giornale locale, per un po’. Insomma io adoro andare al cinema, ma la mia competenza va oltre la mole di film che ho visto. Forse in un’altra vita avrei potuto anche fare il regista, chissà. In questa, scrivo fumetti scemi.

G: Manga o comics, e perché?
B: Se sono di valore, entrambi. Perché scegliere?

G: Cosa fai per sentirti ispirato quando lavori? Musica, incenso, nutella…?
B: Ascolto musica a casaccio, a volte. Ma la verità è che non ho bisogno di molto per essere ispirato. Ho quattro muse che mi girano continuamente attorno, sono praticamente afflitto da una logorrea creativa continua. Il mio problema è cercare di non lavorare 20 ore al giorno, e ricordarmi ogni tanto di mangiare.

G: L’ironia e la comicità sono elementi fondamentali della tua produzione, assieme alla qualità dei tuoi disegni. Come riesci a conciliare questi elementi, e perché l’aspetto “ludico” delle tue produzioni è così importante per te da essere elemento di riferimento e riconoscimento?
B: Sulla “qualità” dei miei disegni soprassiedo (comunque grazie). Credo che i giochi (di ruolo, da tavolo, i videogames, i libri-game, le partite a carte sui muretti della scuola, il fatto che continuo a collezionare e giocare con i Lego da quando ho memoria) siano una componente fondamentale della mia vita. Il gioco mi ha formato, quindi è normale che nelle mie opere ci sia una forte componente ludica. Dico di più: non farei nulla se per me non fosse divertente come giocare. Creare fumetti, scrivere racconti o ideare giochi per me è divertente quanto giocare. Non riuscirei a fare questo lavoro se non mi divertissi.

G: Penso di averti rotto a sufficienza le scatole, quindi direi di lasciarti libero! Voglio comunque ringraziarti di nuovo per il tuo tempo dedicatoci, e voglio anche ringraziarti per la tua gentilezza e disponibilità in quel del Ludicomix, dove la tua Melpy disegnata mentre mi raccontavi del GdR e del Card Game è adesso felicemente e orgogliosamente incorniciata ed esposta a casa. Grazie ancora e continua così! Ciao!
B: Grazie a te della chiacchierata! E grazie a tutti per averci letto fin qui!

La dedica di Bigio per Nerdando.com!

La dedica di Bigio per Nerdando.com!

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