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Sherlock Holmes: tre novità ludiche e chiacchierata con Stefano Carnevali

Stefano Carnevali

Stefano Carnevali

Siete, come me, degli inguaribili ed inossidabili ammiratori di Sherlock Holmes, l’infallibile investigatore inglese nato nel 1887 dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle? Allora tenetevi forte, perchè quest’anno, nel mondo dell’intrattenimento, avrete molte soddisfazioni.

Durante il recente Lucca Comics & Games, abbiamo partecipato alla conferenza “Sherlock Holmes: the game is afoot”, tenuta da Stefano Carnevali e volta a illustrarci le ultime novità ludiche incentrate sul famoso investigatore di Baker Street. Abbiamo, così, potuto apprendere come quest’anno il personaggio di Holmes non sia stato affatto trascurato ma, anzi, venga utilizzato in diversi settori, con ben tre uscite a lui dedicate.

Iniziamo dall’ambito videoludico, parlando di “Sherlock Holmes: crimes and punishments”, gioco multipiattaforma sviluppato dalla Frogwares e distribuito da Focus Home Interactive. Il titolo è l’ultimo nato in casa Frogwares all’interno della collana dedicata al personaggio di Conan Doyle (erano già usciti “Sherlock Holmes: Il mistero della mummia”, “Sherlock Holmes: L’orecchino d’argento”, “Sherlock Holmes – L’avventura”, “Sherlock Holmes versus Arsène Lupin”, “Sherlock Holmes contro Jack lo Squartatore” e “Il testamento di Sherlock Holmes”) ma si differenzia dai precedenti per una serie di innovazioni; a partire dal protagonista che, se nei capitoli precedenti era molto simile a quello presentato nei film degli anni Cinquanta, qui è molto più vicino all’immagine attuale, più bohemienne e spocchiosa. Rinnovata appare anche la dimanica di gioco che viene notevolmente svecchiata. Dal classico punta e clicca delle avventure precedenti, in questo capitolo possiamo muovere il nostro personaggio utilizzando il pad, per uno stile di gioco più dinamico ed intuitivo. Grande importanza, naturalmente, è data alla componente esplorativa ma viene lasciato largo spazio anche all’investigazione ed al ragionamento. Durante i sei casi che compongono l’avventura impersoneremo Sherlock Holmes in single player, come accadeva già nei capitoli precedenti. La novità è nell’aggiunta dell’ “elemento morale”: a fine capitolo, infatti, possiamo decidere, rifacendoci al personale codice etico di Holmes, se assolvere o condannare il nostro colpevole e mettere a confronto la nostra scelta con quella degli altri utenti. Da segnalare, riguardo a questo titolo, anche una accurata ricostruzione delle ambientazioni dell’epoca a livello grafico ed un’efficace resa del mondo creato da Conan Doyle e dei personaggi (tuttavia un po’ bloccati nei rispettivi ruoli), che l’appassionato non mancherà di riconoscere. In particolare, il gusto della citazione si fa evidente in due dei sei casi del videogioco, tratti direttamente da racconti del canone Holmesiano. Tuttavia, la scelta di inserire, sotto forma di sottoindagini o false tracce, dinamiche non presenti nel racconto originale, si dimostra vincente e scongiura il rischio di rendere l’avventura banale per chi abbia letto i romanzi.

La seconda uscita dedicata a Sherlock Holmes è il gioco da tavolo “Sherlock Holmes consulente investigativo”, pubblicato in Italia da Asterion. Il gioco ci offre la possibilità di confrontarci con dieci casi, ciascuno rappresentato da un fascicolo e si sviluppa più o meno come un librogame, ma lasciando grande libertà al giocatore. Le istruzioni sono scritte sotto forma di conferenza che Sherlock Holmes tiene ai suoi ipotetici collaboratori ed infatti, durante l’investigazione, i giocatori non vestiranno i panni di Holmes ma quelli dei suoi discepoli, intenti a venire a capo del mistero utilizzando i metodi del Maestro. L’aspetto più interessante è la possibilità di condurre l’indagine in modalità competitiva o collaborativa. Nel primo caso, come in qualunque gioco da tavolo, il vincitore sarà colui che riesce a risolvere il mistero nel minor numero di tappe possibili. Decisamente più intrigante la modalità collaborativa, nella quale gli sforzi dei giocatori sono uniti per raggiungere la soluzione con il minor numero possibile di step, in una sfida con Sherlock Holmes in persona (che, ovviamente, ha il punteggio più alto in tutti e dieci i casi proposti). L’impressione generale riguardo il gioco è, secondo Stefano Carnevali, quella di un buon apocrifo, nel quale l’atmosfera dei romanzi è resa bene ma si incontrano pochi personaggi canonici.

L’ultima uscita presentata è stata “Sherlock Holmes – il fumetto gioco”, molto apprezzato dal relatore, in particolare per il continuo gioco di citazioni e rimandi ai romanzi presente al suo interno. Il titolo è edito da Cranio Creations e sviluppato in collaborazione con la Società Sherlockiana Francese e si presenta, con il suo tratto molto caricaturale ma efficace, come un prodotto fruibile da tutti ma particolarmente godibile da parte di un appassionato. Il funzionamento è quello classico di un librogame, con numeri che ci guidano, a seconda delle scelte che facciamo, ad una pagina piuttosto che ad un’altra ed a conclusioni differenti. A questa dinamica di gioco si aggiunge anche l’importanza della componente visiva e del colpo d’occhio.

In conclusione, tre prodotti diversi ma, secondo Stefano Carnevali, tutti funzionali: il personaggio di Sherlock Holmes, infatti, pur così definito nelle sue caratteristiche, è, allo stesso tempo, diverso nell’immaginario di ognuno. Ciascuno di noi, quindi, potrà ritrovare il proprio Holmes in ognuna delle anteprime di cui abbiamo parlato, ce n’è davvero per tutti i gusti. Al termine della conferenza, tuttavia, la nostra fame di conoscenza riguardo all’investigatore di Baker Street non era ancora saziata. Così ho contattato il disponibilissimo Stefano Carnevali per porgli qualche domanda in più:

C: Di Sherlock Holmes si potrebbe parlare per ore: la sua figura ha esercitato e continua ad esercitare sul pubblico un fascino magnetico. Quali sono, secondo te, le ragioni di tanto successo?
S: Risposta molto difficile. Io credo che, anzitutto, ci sia la versatilità del personaggio. Ogni appassionato ha il “suo” Sherlock Holmes. Posto che ci sono verità NON sindacabili (per esempio: non ha mai detto “Elementare, Watson!”), ciascuno può “calcare la mano” sulle caratteristiche di Holmes che più lo affascinano. Per me, per esempio, è un eroe di positivismo e razionalità che, però, per quanto ci provi, non riesce a perdere la propria straordinaria umanità. A livello più “concreto”, credo che la forte caratterizzazione “fisica” (di atteggiamenti, setting, vestiario) del personaggio abbia dato una grande mano a favorirne la riconoscibilità.

C: Sicuramente il personaggio di Holmes ha lasciato, fin dalla sua creazione, un segno indelebile nell’immaginario collettivo ma è innegabile che, in questo periodo, sia “tornato di moda” grazie alla serie BBC “Sherlock”, che traspone le avventure del celebre detective ai giorni nostri. Qual è la tua opinione su questa serie?
S: Opinione ottima! Caratterizzazione fedele, dinamiche credibili, cast di qualità. Soprattutto, però, fa respirare un Holmes (per quanto alle prese con il mondo moderno) plausibile. Piace anche lo sforzo di continuare a inserire rimandi al canone, nelle varie puntate della serie. Personalmente, credo che le prime due stagioni siano superbe. La terza, invece, mi pare un po’ troppo “manierista”: molto più godibile in termini registici e di clima/humor, perde non poco, però, dal punto di vista ‘giallo’.

C: Molto del successo di “Sherlock” è dovuto al suo protagonista, Benedict Cumberbatch, che vive, peraltro, un momento d’oro al cinema: è un buono Sherlock Holmes?
S: Benedict Cumberbatch è un buono Sherlock Holmes, gli manca giusto il naso aquilino. Movenze, postura, tono e fisico sono quelli giusti. Anche se, per quanto visto fin qui, è ancora uno Sherlock Holmes poco “evoluto”, fermo alla condizione sociopatica. Sherlock Holmes, infatti, nel corso della propria carriera, vive una grande evoluzione verso una decisa “umanizzazione”. 

C: Se n’era già parlato in conferenza ma mi piacerebbe approfondire il tuo pensiero a riguardo per i nostri lettori: qual è, a tuo parere, il miglior interprete su schermo di Sherlock Holmes e per quali ragioni?
S: Credo di andare sul sicuro dicendo Jeremy Brett. I motivi sono numerosi: dalla sua somiglianza, alla sua gestualità perfetta (frutto di grande studio). La serie della Granada in cui recita ripropone quasi tutto il Canone (si bloccò proprio per il crollo della salute di Brett). Non è sempre ben ritmata o propriamente “scoppiettante”, ma Brett da solo vale il prezzo del biglietto.   

C: Per concludere, cosa ti aspetti per il futuro di Sherlock Holmes nel mondo dell’intrattenimento?
S: Difficile a dirsi: Sherlock Holmes, come anticipato, è estremamente amato, conosciuto e versatile. Sappiamo che “Sherlock” continuerà, che lo Sherlock Holmes di Guy Ritchie tornerà in sala e che Frogwares non interromperà la propria appassionante saga videoludica. Il recente fumetto-game edito da Cranio ha un finale aperto e il board game pubblicato da Asterion possiede non poche espansioni che attendono di essere portate in Italia. Le strade da percorrere, quindi, sono tante e, a quanto pare, sembrano anche avere una costante buona risposta da parte del pubblico. Direi che, da appassionato, posso stare piuttosto tranquillo. E per tutti quelli che “ne vogliono di più”, la valvola di sfogo “naturale” non può che essere l’iscrizione all’Associazione Sherlockiana Italiana. Trovate “Uno Studio in Holmes” sia su Facebook, sia sul Web: per entrare nel “grande gioco”, basta davvero pochissimo!

Ringraziamo Stefano Carnevali per la sua disponiblità e competenza e vi lasciamo con una piccola nota conclusiva. In conferenza non se n’è parlato, anche perché è notizia di questi giorni, ma c’è un’ulteriore chicca per i fan di Holmes: è in uscita, infatti, un cofanetto dedicato ai quattordici film interpretati da Basil Rathbone tra il 1939 ed il 1946. La lista di titoli, quindi, comprenderà sia i due film prodotti dalla 20th Century Fox nel 1939, sia i restanti prodotti da Universal che, pur mantenendo cast e regista, optò per una, mai digerita dai puristi, inedita ambientazione anni ’40, con Sherlock Holmes in lotta nientemeno che con i Nazisti. La collezione, presentata il Blu Ray su sette dischi, sarà acquistabile dal 4 dicembre e comprenderà tutti i film, accuratamente restaurati per l’occasione dalla University of California.

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